Dopo Cagliari, è scattato l´allarme anche nel Sassarese per i casi di epatite A denunciati dal Servizio di Igiene Pubblica
ALGHERO – Proseguono le indagini sui sei casi di epatite riscontrati tra Sassari e Alghero. Come per Cagliari, anche negli altri due centri sardi (al quale si è aggiunto negli ultimi giorni un episodio a Bono) si suppone che il contagio sia avvenuto tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. Nel capoluogo e nella zona circostante la città, si sono denunciati venti casi di epatite A a causa quasi sicuramente di mitili, mangiati a casa o in ristorante.
Anche per Alghero e dintorni si teme l’aggravarsi della situazione ma si è già corso ai ripari con un’ indagine da parte dell’Asl per verificare l’origine e il proliferarsi del virus e delle cause-effetto che lo hanno generato, come confermato dall’ufficio stampa del Servizio di Igiene Pubblica che ha divulgato il seguente comunicato:
«A seguito della recrudescenza di alcuni casi di malattia infettiva a trasmissione oro-fecale e con l'approssimarsi dell'innalzamento delle temperature climatiche durante le quali si è soliti consumare alcuni alimenti quali mitili, verdure e frutta a basso fusto, che potrebbero favorire la trasmissione di dette malattie, l'Azienda ritiene opportuno informare sulle principali misure da seguire per prevenire, contenere o eliminare il rischio – fanno sapere dall’Asl che raccomanda a commercianti e consumatori – il rispetto delle comuni norme igieniche personali e generali (massima igiene durante la preparazione dei cibi e lavaggio delle mani prima dei pasti); il lavaggio accurato dei frutti di piante a basso fusto come le fragole e verdure. Oltre ad acquistare solo molluschi bivalvi vivi di sicura origine e cuocerli ad alte temperature per almeno cinque minuti».
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