Le carciofaie hanno perso il 60 per cento del raccolto – sottolinea il direttore di Coldiretti Cagliari Vito Tizzano – con danni stimati in circa 10 milioni di euro a causa delle gelate prima e della grandinata poi
La mobilitazione del comparto agropastorale continua. «Non arretriamo di un centimetro, vogliamo fatti concreti altrimenti siamo pronti a scendere in piazza subito. E lo faremo con iniziative molto più pesanti». La Coldiretti, all’indomani della manifestazione che ha portato in piazza 5mila pastori, agricoltori e pescatori, arrivati da tutte le parti della Sardegna accompagnati da oltre 150 sindaci, non abbassa la guardia e tiene in allerta anche la Regione: «vigileremo sulle azioni della Giunta e del Consiglio ed avranno il tempo contingentato». La Federazione di Cagliari, che ha dato un contributo importante in termini numerici, oggi rivendica maggiore attenzione per tutto il mondo agricolo e pastorale messo in ginocchio dai giochi speculativi dei trasformatori e da una burocrazia elefantiaca, ed alza la voce sui disastri delle calamità naturali.
«La Regione non può continuare a nascondersi dietri le scartoffie – denuncia il presidente provinciale Efisio Perra –. La siccità dell’anno scorso cosi come le gelate e la grandine di questo primo mese dell’anno sono eventi eccezionali che meritano interventi straordinari. Hanno colpito praticamente tutto il mondo agricolo del sud Sardegna, dai cerealicoltori, che oltre al prezzo del grano sceso del 30 per cento hanno raccolto anche il 40 per cento del grano in meno a causa della siccità con punte del 60 per cento. Cosi come le gelate, le grandinate e la tromba d’aria dei giorni scorsi hanno causato pesanti danni alle colture e alle strutture, soprattutto dei serricoltori».
«Le carciofaie hanno perso il 60 per cento del raccolto – sottolinea il direttore di Coldiretti Cagliari Vito Tizzano – con danni stimati in circa 10 milioni di euro a causa delle gelate prima e della grandinata poi. Ma danneggiati sono stati anche gli orticoltori, con i raccolti bruciati dalle gelate e devastati dalla grandinata i serricoltori, che hanno molte strutture scoperchiate a causa del vento. Insistiamo per il riconoscimento immediato della calamità naturale che garantirà il ristoro di parte delle gravi perdite che sono andate a sommarsi ad una situazione già critica per via di filiere distorte in cui non c’è il giusto riconoscimento economico ai produttori».
Commenti