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A.B.
21 aprile 2016
Programmazione: dall´Ue, buone pratiche per l´Isola
Dall´Unione Europea, quattro buone pratiche per ispirare le azioni dell Regione Autonoma della Sardegna

CAGLIARI - Si è chiuso oggi (giovedì), a Cagliari, il progetto “Buone pratiche europee per l’innovazione nel Por Sardegna Fse 2014-2020”, voluto dalla Regione Autonoma della Sardegna, con la collaborazione della Fondazione Giacomo Brodolini. Durato un anno e mezzo, il progetto ha individuato quattro buone pratiche (corredate da un consistente insieme di misure e linee di attività) su temi inerenti il Fondo Sociale Europeo, adottate in altrettanti paesi europei, Spagna, Francia, Portogallo ed Irlanda. L’iniziativa, finanziata dal precedente ciclo di programmazione 2007-2013, ha avuto lo scopo di conoscere come alcune realtà dell’Unione Europea affrontano temi con cui anche la Sardegna si confronta (Alta formazione, Occupabilità, Neet e Immigrazione), con l’obbiettivo di trarre spunti e insegnamenti da replicare in sede regionale.
«Dalle buone pratiche incontrate e studiate – ha dichiarato l’assessore regionale del Lavoro Virginia Mura nelle sue conclusioni - dobbiamo trarre specifiche linee guida per rafforzare la programmazione 2014-2020, che è stata già delineata ma che va affinata e arricchita seguendo anche questi modelli virtuosi. Dirò di più – ha aggiunto - dobbiamo guardare anche alle difficoltà registrate nei centri europei toccati dal progetto, spesso simili a quelle che riscontriamo in Sardegna, e alle soluzioni che altrove hanno escogitato. Le parole chiave che emergono da questa esperienza sono “rete” e “integrazione”, due concetti a cui già ci siamo ispirati in alcuni degli interventi della passata programmazione, come il progetto Liantza dedicato all’Immigrazione che ha portato alla creazione di un circuito che riunisce tutti gli attori istituzionali, pubblici e privati. Ora – ha concluso Mura - sta a noi trarre ispirazione da quanto abbiamo imparato dalle realtà europee, per migliorare la qualità e l’efficacia delle misure che progettiamo e realizziamo».
Il progetto si è fondato sul confronto con quattro esperienze virtuose: per l’Occupabilità il riferimento è stato Porta 22, l’innovativo Centro servizi per il lavoro di Barcellona; per l’Alta formazione si è collaborato con l’Università La Sorbonne di Parigi; per il problema dei Neet, i giovanissimi che non studiano e non lavorano, a cui è rivolto il programma comunitario Garanzia Giovani, si è approfondito quanto si realizza a Limerick, in Irlanda, che con la sua rete di Youthreach, i centri dedicati ai giovani, ha affrontato il tema con efficacia; infine, per l’immigrazione si è studiato quanto accade a Lisbona, in Portogallo, con particolare riferimento alla sede del Centro nazionale di sostegno alla popolazione immigrata, struttura che fornisce tutti i servizi di cui necessitano gli stranieri che lì risiedono. Oggi, all’Hotel Regina Margherita di Cagliari, in un'intensa giornata di studio e confronto, si sono tirate le somme di questo lungo percorso di approfondimento, con appositi workshop guidati da alcuni degli esperti stranieri espressione delle realtà studiate, e poi, in chiusura, con una seduta plenaria in cui sono stati restituiti agli stakeholders i primi risultati del percorso.
Nella foto: l'assessore regionale Virginia Mura
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