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A.B. 5 dicembre 2015
Maninchedda: «Equilibrio tra Sassari e Cagliari»
«Serve una visione della Sardegna col giusto equilibrio di poteri», ha dichiarato l´assessore regionale ai Lavori Pubblici Paolo Maninchedda, in occasione della presentazione del rapporto su Sussidiarietà e spesa pubblica a Sassari


SASSARI - «Quando si parla di poteri e denaro in mezzo ci dev'essere un'idea di Paese, non un'idea furba ma calibrata sui principi di libertà, giustizia ed equilibrio altrimenti si rischia che quel Paese sia pensato come un insieme di puntini senza linee che li uniscano. L'adeguatezza dei poteri è un tema centrale e mai risolto che ci portiamo dietro da almeno tre o quattro decenni». Lo ha detto l'assessore regionale ai Lavori Pubblici Paolo Maninchedda partecipando ieri (venerdì) a Sassari alla presentazione del rapporto su Sussidiarietà e spesa pubblica. L'Europa, ha spiegato Maninchedda, si è posta il problema della densità, ma non ne ha definito un modello univoco, dedicando risorse, ma non progetti. L'Italia, a sua volta, ha individuato venti città metropolitane in Italia, una in Sardegna.

«Questo ha accentuato il problema di come organizzare il potere in queste zone e quanti soldi dare, con il rischio appunto che i puntini restino scollegati fra loro - ha sottolineato l'esponente della Giunta Regionale - Serve quindi una visione e il primo obbligo di chi vuole avere una visione è il realismo: la Sardegna è fatta di 377 paesi e città, ben 250 fra gli ottanta abitanti di Baradili e i 3mila di molti centri, due sopra i 100mila, un paio sopra i 50mila, tre o quattro sopra i 30-40mila. Allora è chiaro che ci sono due problemi contemporaneamente: la densità e la scarsità, e una corretta visione della Sardegna deve risolvere questi problemi contemporaneamente evitando di creare competizioni e calibrando i poteri sulle reali esigenze dei territori. Non è pensabile che un soggetto istituzionale italiano decida che ci deve essere una città metropolitana e metta sul piatto 40milioni facendo scattare la gara fra i territori».

Scuole, strade, università, ospedali, trasporti: impossibile per esempio pensarli in chiave strettamente locale, perché riguardano la vita dei cittadini di tutta la Sardegna. «I localismi in Sanità fanno molto danno e non solo a livello economico: dobbiamo ripensare la Sanità, che ci costa 3,3miliardi all'anno con un aumento continuo dei costi, una spesa folle, perché significa non fare più scuole, manutenzioni, infrastrutture, strade, trasporti. Stessa cosa per le Università: o la fiscalità della Sardegna le soccorre oppure con gli attuali trasferimenti reggeranno ancora otto anni. Abbiamo spostato tutto sul sociale ma acquedotti, strade e manutenzioni vanno fatte. Bisogna fare un ragionamento laico - ha concluso l'assessore Maninchedda - Io devo potermi sentire a casa in ogni parte della Sardegna e sono sicuro con la riforma degli enti locali troveremo il giusto equilibrio fra i poteri che devono essere centrali e quelli che vanno gestiti a livello più locale».

Nella foto: l'assessore regionale Paolo Maninchedda



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