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S.I.
6 agosto 2015
«Cagliari, Regione svende immobili: no speculazioni»
«Non svendiamo ai privati il patrimonio immobiliare comunale e regionale. Trasformiamo le aree ora inutilizzate in risorse per la comunità». È critico Paolo Truzzu, Consigliere regionale di Fratelli d’Italia-An

CAGLIARI - «Non svendiamo ai privati il patrimonio immobiliare comunale e regionale. Trasformiamo le aree ora inutilizzate in risorse per la comunità». È critico Paolo Truzzu, Consigliere regionale di Fratelli d’Italia-An, con il bando di gara a offerte segrete per la vendita di una serie di immobili nei comuni di Cagliari e Sant’Antioco, proposto dalla Regione Sardegna. «Non si può pensare di far cassa svendendo i propri gioielli di famiglia, solo per nascondere l’incapacità del comune di Cagliari prima e poi della Regione di trasformare in una risorsa per la comunità intera aree di pregio come l’ex Carcere minorile di Giorgino, le ex strutture militari di Monte Urpinu o l'Autoparco Ersat di Viale Poetto», accusa l’esponente d’opposizione.
«È mai possibile che il comune di Cagliari assista in silenzio a questo scippo? Dov'è la tanto decantata capacità programmatoria e la visione strategica? possibile pensare che davanti alla vendita di strutture di pregio, a due passi dal mare o È da aree di alto valore naturalistico il Sindaco dorma?”, si chiede il consigliere di FdI.
Per Truzzu chi ha l’obbligo di pensare al bene futuro dei propri cittadini dovrebbe agire invece come un «buon padre di famiglia che, prima di vendere i gioielli di casa per risanare il bilancio familiare, ci pensa non una ma 100 volte. Siamo sicuri che quel patrimonio oggi inutilizzato, piuttosto che venderlo, non sia meglio metterlo a frutto?”, aggiunge. “Vendendolo, infatti, magari si risana il bilancio (familiare/statale/regionale), ma nello stesso tempo si privano per sempre le generazioni future di un tesoro che apparteneva anche a loro. Le si impoverisce per sempre, con l'aggravante di lasciarle disarmate di fronte a una nuova crisi».
Per Truzzu la soluzione è semplice e a portata di mano: «Affidiamo queste strutture dismesse ai privati, ma con gare per la concessione di lavori di pubblici o con il project financing. In questo modo il privato potrebbe ristrutturare l'immobile generando lavoro. Una volta ristrutturato avrebbe la possibilità di gestirlo per 30 anni e creare occupazione. La Regione non dovrebbe spendere per custodire e manutenere un immobile inutilizzabile, ma addirittura potrebbe guadagnare dalla concessione. Inoltre – aggiunge – una volta scaduto l’accordo col privato, l'immobile ristrutturato e riqualificato rientrerebbe nel pieno possesso della Pubblica amministrazione. Insomma, in un solo colpo meno costi per i cittadini e nuove opportunità di lavoro».
Le richieste da parte di associazioni, privati ed enti di entrare, pagando un canone, nella gestione degli immobili pubblici sono numerose, «perché allora si pensa solo a cedere per sempre a speculatori e palazzinari questi beni di tutti?”, si chiede Truzzu. “Quali interessi ci sono dietro queste scelte? Forse c’è solo l’incapacità di avere una visione a lungo termine dell’utilizzo delle risorse pubbliche e la fretta di fare cassa oggi, senza pensare che queste scelte sconsiderate ci renderanno ancora più poveri domani», conclude.
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