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M.L.P.C. 23 marzo 2015
Buoncammino: record di visitatori
Adesso quale sarà il suo futuro?
Da carcere a meta di 28mila visitatori. E’ stato boom di pubblico per Buoncammino. Ma cosa ne sarà adesso? Tante le proposte per dare una seconda vita: museo, uffici, studentato. Giusto o sbagliato pensare che dall’ex carcere si possano creare lavoro e soldi?


CAGLIARI – Buoncammino ha aperto le sue porte al pubblico: due giorni per poter visitare l’ex carcere, dove, dall’800 allo scorso novembre sono stati ospitati migliaia e migliaia di detenuti. Nonostante la pioggia battente e il fortissimo vento di scirocco che hanno flagellato Cagliari nel primo finesettimana di primavera le file all’ingresso sono state davvero lunghissime. Record di visitatori e già era stato immaginato: in 28mila in coda sotto l’acqua per poter visitare l’ex penitenziario.
Ma cosa ne sarà poi? Cosa ospiteranno i 16mila metri quadrati che hanno visto sofferenza, dolore, reclusione? Da una parte è stato già deciso che verranno ospitati gli uffici del Dipartimento della giustizia ma lo spazio è enorme e in una posizione cruciale: sopra quello che un tempo era chiamato colle di San Lorenzo, con una vista spettacolare su tutta Cagliari, a baluardo di tutta la città.

La settimana scorsa a Serdiana si sono incontrati la direttrice dell'Agenzia del Demanio Rita Soddu, il presidente della Regione Francesco Pigliaru, il procuratore capo della Repubblica Mauro Mura e il sindaco di Cagliari Massimo Zedda per una prima riunione tecnica sul futuro dell’ex penitenziario. Dalla riunione è emerso che il Ministero è disponibile a cedere l’edificio e che Regione e Comune sono interessati a discuterne insieme per cercare i fondi necessari (si è parlato di 20 milioni di euro) per realizzare il progetto che deciderà delle sorti future di Buoncammino.

La speranza dei cittadini cagliaritani e sardi è ovviamente che non resti un’incompiuta celebre come lo è stato l’ospedale marino o l’ex tabaccheria. Edifici molto belli e architettonicamente interessantissimi che se recuperati potrebbero trasformarsi in luoghi di interesse per tutti, residenti e turisti. Su Buoncammino la questione è ancora aperta e si spera di possibile risoluzione: il Sindaco Zedda ha dichiarato a varie riprese di voler organizzare all’interno degli spazi carcerari un Museo alla memoria e specificato quello che, secondo lui, non andrebbe fatto, ad esempio un supermercato. Si è parlato di destinare la struttura agli studenti e a spazi loro dedicati.

Di sicuro si deve ragionare, per poter scegliere la strada giusta da percorrere, sul significato di ciò che Buoncammino è stato. Era un carcere, lo storico carcere di Cagliari, luogo di reclusione, di sofferenza e solitudine. Giustamente va rispettato il suo passato, quelle mura che hanno visto tante lacrime e sentito tanti lamenti ma va dimenticato che allo stesso tempo era anche luogo di speranza e rinascita. Luogo di passaggio per la maggior parte e redenzione per tutti, o quasi.

Perché non sottolineare e considerare anche questi lati positivi per la rivalutazione della struttura? Se da una parte è doveroso rendere il giusto ricordo a ciò che è stato, dall’altra sarebbe opportuno far si che diventi foriero di speranza per un futuro migliore per la città che ne ha davvero bisogno. Perché è così sbagliato che parte dell’edificio venga destinato ad uno spazio espositivo con vendita di prodotti tipici della nostra terra? Di certo non stiamo parlando di grande distribuzione ma di piccoli produttori che hanno difficoltà a trovare una vetrina nella “grande città”. Perché quegli immensi spazi non potrebbero trasformarsi in laboratori artigiani dove i maestri prendono a bottega giovani che vogliono imparare un mestiere della tradizione e magari vendere, in loco, i loro prodotti? Affitti bassi, fissi, accessibili a chi si vuole rimboccare le maniche. Le celle erano il luogo per antonomasia di solitudine e tristezza? Sicuramente si, ma le celle sono anche le piccole postazioni di lavoro delle api, le lavoratrici con la L maiuscola.
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