Lo chiede Michele Pais, consigliere comunale della Lega ad Alghero e già presidente del Consiglio regionale della Sardegna, che richiama anche quanto formalmente riconosciuto dall’Assessorato regionale alla Sanità
ALGHERO - «La sentenza n. 198 della Corte Costituzionale ha determinato un effetto chiarissimo: i commissari delle aziende sanitarie sarde, compresi quelli dell’ASL di Sassari e dell’AOU di Sassari, sono decaduti di diritto, essendo venuta meno la norma che ne aveva giustificato la nomina». Lo dichiara Michele Pais, consigliere comunale della Lega e già presidente del Consiglio regionale della Sardegna, che richiama anche quanto formalmente riconosciuto dall’Assessorato regionale alla Sanità. «Con nota del 27 dicembre – sottolinea Pais – il direttore generale dell’Assessorato della Sanità, Giovanni Oppo, prendendo atto della sentenza della Corte Costituzionale, ha dichiarato decaduti i commissari e ha assegnato la gestione delle aziende all’ordinaria amministrazione, in capo ai direttori sanitari e amministrativi, richiamando l’articolo 3, comma 6, del decreto legislativo n. 502 del 1992».
Un passaggio che però non risolve, ma anzi aggrava il problema. «Al netto della stessa legittimità di tale atto amministrativo, sulla quale esistono forti e fondati dubbi – precisa Pais – la norma citata è chiarissima: ai direttori è attribuita esclusivamente l’ordinaria amministrazione, con esclusione esplicita di qualsiasi atto di riorganizzazione strutturale». Ed è proprio qui che si innesta il nodo dell’ospedale Marino di Alghero. «Il trasferimento del Marino dall’AOU di Sassari all’ASL di Sassari – spiega l’esponente leghista – costituisce a tutti gli effetti una riorganizzazione strutturale, che comporta il passaggio di funzioni, personale, rapporti giuridici e obbligazioni. Atti che, in questo quadro, non possono essere legittimamente adottati».
Pais parla senza mezzi termini di un pasticcio amministrativo di proporzioni enormi. «Non siamo di fronte soltanto a un problema di straordinaria amministrazione: anche atti apparentemente ordinari rischiano di essere travolti da profili di nullità, con conseguenze gravissime». L’allarme sale ulteriormente: «Andare avanti facendo finta che non sia successo nulla, come se la Corte Costituzionale non si fosse pronunciata, configurerebbe un comportamento doloso, certamente valutabile in sede giudiziaria. Nessuno può fingere di non sapere che è intervenuta una pronuncia che ha modificato in modo profondo il quadro giuridico precedente». Il monito finale è netto: «Chi oggi si avventurasse a sottoscrivere atti di questo tipo si esporrebbe a responsabilità patrimoniali dirette e personali. Norma e buon senso imporrebbero di fermarsi immediatamente». E l’affondo politico: «Tutto questo è il risultato del pressapochismo e della smania della giunta Todde di spartirsi poltrone e potere, senza alcuna attenzione alle ricadute amministrative, giuridiche e finanziarie. Un modo irresponsabile di governare che rischia di fare danni enormi alla sanità sarda».
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