Luciano Uras (Misto), Ignazio Angioni (Pd), Emilio Floris (Fi) e Manuela Serra (M5s), tra gli altri, hanno depositato a Palazzo Madama una interrogazione in cui segnalano il problema e le loro preoccupazioni. Di fatto si impuntano contro la scelte di Poste
CAGLIARI - «Chiediamo al ministro dello Sviluppo economico se è vero che diversi uffici postali verranno chiusi in Sardegna e con quali strumenti si intenda intervenire per tutelare il diritto delle comunità interessate a ricevere la posta con regolarità e senza disagi. A fronte del piano di ridimensionamento degli uffici previsto da Poste che toglierebbe alla Sardegna 14 presidi in piccoli centri, si muovono i senatori dell''isola con una iniziativa bipartisan». Ieri Luciano Uras (Misto), Ignazio Angioni (Pd), Emilio Floris (Fi) e Manuela Serra (M5s), tra gli altri, hanno depositato a Palazzo Madama una interrogazione in cui segnalano il problema e le loro preoccupazioni. Di fatto si impuntano contro la scelte di Poste.
«La Sardegna sopporta un ingiusto svantaggio in relazione all''erogazione dei servizi- affermano- ivi compresi quelli postali e delle comunicazioni, a causa della sua insularita'', della bassa densita'' della popolazione, dell''ampiezza e morfologia del territorio, della cronica inadeguatezza del sistema dei trasporti e della viabilita''", ed e'' "uno svantaggio, ormai intollerabile" che "si aggrava ogni giorno in relazione ad inaccettabili decisioni adottate dai responsabili dei servizi pubblici, come quelli postali, insensibili al disagio che si determina soprattutto in alcune aree di crisi, e per le fasce piu'' deboli di popolazione". No dunque al "ridimensionamento" degli uffici per ragioni esclusive di contenimento della spesa»
I senatori sottolineano "la gravita" della notizia diffusa" della chiusura di uffici nei Comuni di Cagliari, Cortoghiana, Turri, Genuri, Tuili, Pauli Arbarei, Nurallao, Borutta, Esporlatu, Ozieri, Nugheddu San Nicolò, Cheremule, Ardara e Romana. E stigmatizzano la scelta "unilaterale" di Poste presa «sulla base di un''insensibile decisione di razionalizzazione del servizio» che «rischia di creare un aggiuntivo notevole disagio alle popolazioni di quelle comunita» locali ed in particolare a pensionati ed anziani che, spesso, vivono condizioni di pesante solitudine e oggettive difficoltà ad utilizzare nuove tecnologie o a muoversi liberamente. In questo modo, avvertono i senatori, "si rischia di cancellare insieme al servizio anche ulteriori posti di lavoro in una regione dove ormai il tasso di disoccupazione vola oltre il 20%
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