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A.B. 8 giugno 2013
Turismo a Stintino: Si conclude il meeting internazionale
La storia come mezzo di fruizione turistica del territorio. Ieri, terza giornata del meeting, i partecipanti hanno fatto tappa all´Asinara


STINTINO – La storia di un popolo si conferma strumento per la valorizzazione dell’ambiente, mezzo efficace per la fruizione turistica del territorio. È stato questo il filo conduttore della terza giornata del meeting internazionale su ambiente e turismo sostenibile organizzato dal Comune di Stintino e che si è svolto ieri mattina sull’isola dell'Asinara.

L’argomento centrale della tavola rotonda, moderata dal sindaco di Sennori Roberto Desini, è stato quello dei campi di prigionia che, negli anni del primo conflitto mondiale, furono realizzati sull'isola che domina il Golfo. Fornelli, Tumbarino, Stretti e Campu Perdu, queste le aree che negli anni tragici della Grande guerra “ospitarono” oltre 20mila profughi e deportati. Uomini, donne e bambini di quindici nazionalità diverse, che - ha ricordato il presidente del parco dell'Asinara Pierpaolo Congiatu – dovettero affrontare lunghi e disumani viaggi per arrivare all’Asinara dove poi furono costretti a vivere in enormi accampamenti, spesso al limite della vivibilità. Tracce, anche dettagliate, di quegli eventi è possibile leggerle nelle pagine del libro-diario del generale Ferrari, comandante dell’Esercito Italiano sul posto all’epoca del primo conflitto mondiale. L’alto ufficiale italiano parla di 16.730 prigionieri, di questi la popolazione più numerosa era quella dei serbi-croati (oltre 7mila), seguiti dai boemi, ungheresi, austriaci, rumeni, polacchi, slovacchi, italiani, russi, bulgari, sloveni, tedeschi, turchi e greci.

Pagine dense di tristezza e drammaticità quelle del libro che raccontano anche la morte di oltre 6mila di questi prigionieri che, prima sepolti in fosse comune, vennero poi deposti nell’ossario costruito per loro a Campu Perdu. Una parte di storia dell’isola ancora tutta da approfondire e che, come hanno sottolineato la docente di Storia contemporanea all'Università di Sassari Susi Trova ed il docente dell'Università di Belgrado Aleksandar Rastovic, potrà portare ad una collaborazione per avviare una serie di studi e ricerche che confermino la presenza di profughi serbi sull’isola dell’Asinara. A conclusione della tavola rotonda, i partecipanti hanno fatto visita all’ossario austro-ungarico dove il docente serbo, accompagnato dai sindaci di Stintino Antonio Diana, di Porto Torres Beniamino Scarpa, di Sennori Roberto Desini e dal direttore del Parco Nazionale dell’Asinara, ha deposto una corona di fiori per commemorare quanti riposano nell'ossario che domina la collinetta di Campu Perdu. Il meeting si conclude oggi, con la costituzione di un tavolo tecnico-scientifico permanente.
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