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S.A. 19:32
La Sardegna perde il 4,2% dei suoi abitanti
Mentre le Baleari sono cresciute del 50% dal 2000 a oggi e la Corsica del 35%: è quanto emerso dalla presentazione del 3° Rapporto SarMed "La Sardegna e il Mediterraneo", curato dall’ISPROM con il sostegno della Fondazione di Sardegna e la collaborazione degli atenei di Cagliari e Sassari


CAGLIARI - La Sardegna non è un’appendice marginale, ma un laboratorio centrale per le sfide che attraversano il Mediterraneo. È questo il messaggio emerso nell’Aula Magna Baffi dell’Università di Cagliari durante la presentazione del 3° Rapporto SarMed "La Sardegna e il Mediterraneo", curato dall’ISPROM (Istituto di Studi e Programmi per il Mediterraneo) con il sostegno della Fondazione di Sardegna e la collaborazione degli atenei di Cagliari e Sassari. A aprire i lavori sono stati Salvatore Cherchi (Vicepresidente ISPROM), Alessandra Carucci (Prorettrice Delegata per l’Internazionalizzazione di UniCa) e Micaela Morelli (Vicepresidente Fondazione di Sardegna), che hanno introdotto i lavori definendo il progetto triennale uno strumento strategico per sostenere la proiezione internazionale dell'Isola e orientare le scelte future.

Economia: petrolio ancora dominante, ma l'agroalimentare apre nuove strade L'analisi economica, spiegata dai curatori Giovanni Sistu e Stefano Usai, ha mostrato luci e ombre. Se da un lato le importazioni dai Paesi della sponda Sud (Nord Africa e Medio Oriente) sono scese del 7,3% nel 2024, frenate dal calo del greggio, le esportazioni sarde sono cresciute del 2,7%. A trainare sono i prodotti legati al petrolio, ma ci sono segnali positivi anche dalla lavorazione dei metalli e dalla chimica. Merita un'attenzione particolare l'agroalimentare: sebbene il saldo commerciale sia ancora negativo, le esportazioni di prodotti identitari sardi – come il lattiero-caseario e le conserve – si dimostrano molto dinamiche. La forte crescita demografica della sponda Sud e la crescente richiesta di sicurezza alimentare aprono infatti spazi enormi per le eccellenze dell'Isola in segmenti ad alto valore aggiunto, un potenziale oggi frenato solo da barriere logistiche che la cooperazione può aiutare a superare.

Calo demografico e il confronto con le altre isole La Sardegna vive un "inverno demografico": nascono pochi bambini e le scuole si svuotano. Il confronto con le altre grandi isole del Mediterraneo mostra situazioni opposte: mentre le Baleari sono cresciute del 50% dal 2000 a oggi e la Corsica del 35%, la Sardegna ha perso il 4,2% dei suoi abitanti. «La crisi non è passeggera ma profonda», è stato detto durante la presentazione: essere un'isola non spiega tutto. Il vero problema è riuscire a trattenere e attrarre persone offrendo servizi e case, superando la paura e la chiusura per capire che la mobilità delle persone è una risorsa preziosa. Scuola, giovani e il successo di "Sardegna ForMed" In uno scenario segnato dal calo della popolazione scolastica, il Rapporto sottolinea quanto sia importante includere chi arriva da fuori. Anche se gli studenti stranieri sono ancora pochi (3% contro l'11,2% della media italiana), ci sono esempi positivi come il progetto Sardegna ForMed. A dieci anni dal via, il programma sostenuto dalla Fondazione di Sardegna funziona: le storie raccolte nel volume raccontano di laureati provenienti dal Nord Africa che, grazie alle università sarde, hanno trovato lavoro qualificato.

Le nuove rotte: crociere, energia e cultura Guardando al futuro, ci sono settori strategici. Il turismo delle crociere è in forte crescita, con 684mila passeggeri nel 2024, e l'obiettivo è far sì che i porti sardi diventino punti di partenza e arrivo dei viaggi, non solo tappe di passaggio. Sul fronte dell'energia, l'isola si candida a diventare un centro importante nel Mediterraneo per le energie rinnovabili e l'idrogeno verde, anche grazie ai fondi del PNRR. Infine, un richiamo alla cultura che unisce: il Rapporto racconta la sorprendente fortuna di Antonio Gramsci e Grazia Deledda nel mondo arabo, dove le loro opere vengono tradotte e studiate ancora oggi. All’evento hanno partecipato portando il loro contributo esponenti politici e istituzionali, tra cui il Presidente del Consiglio Regionale Piero Comandini e il parlamentare Silvio Lai, insieme a esperti come Marta Debolini (CMCC) e Francesca Ippolito (UniCa). Il Rapporto si conclude con un messaggio chiaro: collaborare con gli altri Paesi non è solo una scelta diplomatica, ma l'unica strada concreta per trasformare le sfide comuni in un orizzonte di prosperità comune
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