Lo affermano il responsabile del Dipartimento Comunicazione dell´Italia dei Valori Antonio Farina e il responsabile dei Giovani di Valore della Provincia di Cagliari Gianfranco Sanna
CAGLIARI - «Il caos post referendario sulle province e la legge che ripristina le indennità dei consiglieri sono l’evidente segnale di quanto possa essere stata strumentale la pubblicizzazione degli stessi referendum fatta dalla presidenza regionale». Lo affermano il responsabile del Dipartimento Comunicazione dell'Italia dei Valori Antonio Farina e il responsabile dei Giovani di Valore della Provincia di Cagliari Gianfranco Sanna.
«Nei nostri paesi possiamo ancora vedere i manifesti “informativi” sui referendum con slogan come: “meno soldi ai politici, più lavoro”, oppure possiamo ricordare lo spot televisivo dove il presidente Cappellacci invitava al voto per “cambiare la nostra Sardegna» - affermano Farina e Sanna.
«Oltre a riaffermare il fatto che l’argomento “lavoro” non era presente in nessuno dei 10 quesiti referendari; come Dipartimento Comunicazione Idv e Giovani di Valore provincia di Cagliari ribadiamo che le soluzioni prese d’urgenza dal Consiglio regionale dopo il 6 maggio, sono la dimostrazione di quanto si sia volutamente fatta scarsa e manipolata informazione, come passerella elettorale sulle spalle dei cittadini. Infatti se al “caos province” e “ nuove indennità” sommiamo gli accattivanti slogan di propaganda come “castra la casta”, denunciamo un duplice schiaffo ricevuto dai sardi che si sono trovati presi in giro due volte: sia prima che dopo il referendum».
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