I sardisti pronti a staccare la spina al Governatore Cappellacci. Sempre più vicina la fine anticipata della legislatura regionale. Malumori tra ex alleati nel Popolo della Libertà
CAGLIARI - Se crisi non è, poco ci manca. Le conferme sono arrivata nella giornata di martedì dall'aula del consiglio regionale, dopo una settimana convulsa per la maggioranza di centro-destra e il Popolo della Libertà in particolare, che nomina il nuovo capogruppo, Pietro Pittalis, ma deve incassare i durissimi colpi del vecchio, Mario Diana, e soprattutto della presidente del Consiglio, Claudia Lombardo.
Il primo ha parlato apertamente di “clima surreale”. «Mi sarei aspettato - ha detto - che stamattina il Presidente Cappellacci chiedesse la parola in apertura per comunicare lui all’Aula la rinuncia all’incarico del dott. Lorefice. Io se fossi stato uno dei firmatari avrei ritirato la mozione 186 per permettere al Consiglio di concentrarsi su altri argomenti più importanti. Lorefice non rappresenta solo una nomina sbagliata, è un modo sbagliato di governare. Questa nomina è il classico nepotismo. Il presidente Cappellacci è troppo arrogante e presuntuoso. Basta guardare le facce degli assessori, tutte persone degnissime, trattate come scolaretti per rendersi conto quale sia il primo male della Sardegna».
A chi, invece, ha chiesto le dimissioni della presidentessa, ha replicato duramente la diretta interessata: «Ho sempre esercitato il mio ruolo di Presidente della massima Assemblea sarda con equilibrio ed imparzialità - ha detto Claudia Lombardo - nell’esclusivo interesse della tutela delle prerogative e della dignità del Consiglio regionale e continuerò a farlo». «Sarebbe paradossale accettare la richiesta di dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio regionale da parte di chi vorrebbe ridurre l’Istituzione, che rappresenta la massima espressione della sovranità popolare, a “zerbino” del Presidente della Regione».
Pronti all'addio dalla maggioranza anche i componenti del gruppo Psd'Az in via Roma: o si cambia registro o i Quattro Mori lasceranno la maggioranza, hanno ribadito in aula. Lo strappo nel centrodestra è stato certificato dal capogruppo Giacomo Sanna durante l'insidiosa seduta sulle nomine negli enti contestate a Ugo Cappellacci. Sanna ha chiesto agli alleati di rispettare il programma per il rilancio dell'azione di governo. In caso contrario, la presenza dei Sardisti nella coalizione potrà dirsi conclusa. Senza l'appoggio del Psd'Az il sostegno a Cappellacci passerebbe da 48 a 43 voti, solo due in più della maggioranza dell'Aula.
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