CAGLIARI - «La giunta regionale si comporta come una società segreta e non concede ai cittadini di controllare come gestisce il potere»: è l'accusa lanciata dal capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale Mario Bruno. «Sul sito della Regione non è infatti possibile consultare le delibere dell'esecutivo».

Non si tratta, spiega Bruno, di «delibere da nulla, ma riguardano settori nevralgici come enti locali, consorzi industriali e sanità». Quest'ultima, «con la scusa di una riforma che non arriva, è stata affidata a commissari amici, che fanno gli interessi di una parte ben precisa». Ma «è tutto segreto: i cittadini non devono sapere, i consiglieri regionali non possono esercitare le loro prerogative».

La maggioranza è «divisa e solo la gestione delle poltrone la tiene insieme». Tutto il resto, insiste l'esponente Pd, «è vuoto come la finanziaria che stiamo discutendo nel Consiglio regionale»: un testo che «conferma ancora una volta quanto il centrodestra sia privo di un disegno, un programma, una prospettiva su questa Regione». Il governo regionale, per Bruno, «non ha una bussola e campa alla giornata, avendo come unica preoccupazione l'occupazione di tutti i posti di potere, perseguita anche col supporto di un Consiglio regionale complice e distratto».

«La nostra opposizione sarà sempre più forte e determinata», assicura Mario Bruno. «Non abbiamo mai fatto accordi politici con la maggioranza e mai ne faremo - prosegue - Abbiamo tentato di migliorare questa finanziaria con emendamenti sostanziali, ma sono caduti nel vuoto di un Consiglio distratto e di una giunta regionale assente e sorda, intenta a decidere tutto nel segreto delle sue stanze».

«Noi continueremo su questa linea e chiederemo a gran voce che immediatamente siano portate a conoscenza dei sardi le delibere assunte dal governo regionale», conclude il capogruppo democratico. Perché «è evidente che questa maggioranza non ha idee e forza per governare la Sardegna: i sardi ne sono consapevoli, sarebbe ormai il caso che il anche il centrodestra ne prendesse atto».