Così Mario Bruno, capogruppo Partito democratico, Luciano Uras, capogruppo Sinistra, Rossomori, Comunisti Italiani e Adriano Salis, capogruppo Italia dei Valori
CAGLIARI - «La finanziaria che arriverà in Aula il 20 dicembre non affronta e non risolve neanche un aspetto della drammatica crisi della Sardegna. E’ una manovra inutile, senza idee e senza risorse. Troverà la nostra più ferma opposizione, insieme a una valanga di emendamenti, i più importanti dei quali hanno già trovato netta chiusura in commissione da parte di una maggioranza che nasconde, dietro ai numeri, la propria più totale inconsistenza».
Così Mario Bruno, capogruppo Partito democratico, Luciano Uras, capogruppo Sinistra, Rossomori, Comunisti Italiani e Adriano Salis, capogruppo Italia dei Valori. «Non si può uscire dalla crisi drammatica che stiamo attraversando solo con deboli interventi tampone, che rimandano sistematicamente la soluzione, come registriamo – per esempio - sul fronte della copertura del disavanzo della sanità o sulla Sassari-Olbia, per la quale la Giunta vuole indebitare i sardi anziché pretendere il rispetto delle promesse di Berlusconi sul ripristino dei fondi Fas scippati».
«Il centrodestra che governa la Regione - attaccano i tre esponenti di opposizione - litigioso, inconsistente e opaco, non è all’altezza di affrontare il difficile momento politico, economico e sociale che vive l’Isola ed è sempre più allo sbando. Probabilmente, non si è neanche reso conto della drammaticità della situazione e “tira a campare”». «Non è in grado di difendere gli interessi della Sardegna - continuano - ulteriormente umiliata dal voto della legge di stabilità al Senato che, anche col voto dei senatori del Pdl sardi, nega alla Sardegna 1700 milioni di entrate tributarie dovute ai sensi del nuovo articolo 8 dello Statuto».
«La nostra opposizione ripartirà dalla proposta forte della difesa del nuovo regime delle entrate e di revisione dei vincoli del patto di stabilità, ma verterà anche su interventi urgenti a sostegno della crisi, sulla riorganizzazione dei servizi per il lavoro, sulla gestione territoriale dei fondi per lo sviluppo e dallo sblocco degli investimenti negli enti locali. Sarà una opposizione dura e determinata, in Consiglio Regionale e nella società sarda. Questo centrodestra - concludono i tre capogruppo a Cagliari - è davvero arrivato al capolinea. Ne prenda atto al più presto e liberi la Sardegna».
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