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Red 11 ottobre 2010
Giuramento in Regione: critiche bipartisan
Le tensioni non si placano a Cagliari dove alcuni esponenti della maggioranza incalzano il presidente e la nuova squadra di governo. Critiche dall´opposizione che chiede di dare la parola agli elettori. Duro intervento dell´algherese Mario Bruno


CAGLIARI - Non accennano a placarsi le tensioni a Cagliari, nemmeno dopo la presentazione della nuova squadra di governo regionale voluta dal Governatore. E così questa mattina (lunedì) in consiglio regionale, dopo il giuramento degli assessori tecnici (i non eletti, insomma), La Spisa, Prato, Crisponi, Sannittu, F. Manca , Liori, Carta, sono riemerse le polemiche, perfino da molti esponenti della maggioranza che giudicano "debole" e "non definitivo" il nuovo esecutivo. I Riformatori e il Psd'Az protocollano addirittura un documento dove impegnano la nuova Giunta ad "aggredire" i problemi dell'Isola, limitandone, di fatto, la fiducia.

«Questa squadra di governo è in continuità rispetto alla precedente giunta, la fortifica ed è stata messa insieme apposta per affrontare le sfide difficili. Abbiamo necessità di fare le riforme, concentriamoci sui problemi veri della Sardegna», ha detto il Presidente Cappellacci a difesa delle sue scelte. «Il confronto - ha precisato - non ha rallentato l’attività di questo esecutivo. «Io credo che siano destituite di fondamento le teorie secondo le quali in questi tre mesi l’attività della Sardegna sia stata bloccata a causa della crisi. Così non è stato - ha precisato Cappellacci - abbiamo cercato di mettere a punto una squadra migliore possibile, anche con rappresentanti eletti dal popolo».

Durissimo Mario Bruno (Pd). Ha esordito ricordando che «ventisette consiglieri regionali hanno voluto il dibattito odierno, per riportare nella sede propria una crisi ancora aperta», e accusato il Presidente della regione di aver revocato un’intera Giunta senza informarne l’aula. «Quest’Assemblea - ha continuato Bruno - che è anche organo di indirizzo e programmazione, vuole verificare se ci siano le condizioni per continuare a mantenere in piedi questa Giunta». Il consigliere di opposizione si è poi rivolto al presidente Cappellacci, sottolineando la gravità di avere annullato la collegialità di uno dei suoi organi e ha chiesto che siano resi noti i decreti firmati in quei quattro giorni. Secondo Bruno, si è messo in campo un «espediente senza successo per risolvere la crisi regionale, che rappresenta inoltre un grave precedente».

«Con la mozione di sfiducia e quella sull’eolico - ha continuato il politico algherese - abbiamo mostrato che il Presidente avesse in realtà come riferimento altri poteri, che corrispondono al vertice nazionale del suo partito, ma non solo». I “grandi assenti” nella nuova Giunta sono le leggi ha precisato: «a parte qualche finanziaria e un piano-casa è stato approvato e corretto poco altro», mentre i punti deboli del governo Cappellacci sono denunciati dalla perdita dei fondi Fas, dal caso G8, dai lavori fermi nella Sassari-Olbia, dalla mancata difesa dell’art.8 dello Statuto, «tutti elementi che dimostrano che siamo al traino di un Governo nazionale che non pensa alla Sardegna».

Il nodo politico è chi governa, chiede il capogruppo del Pd: «I partiti? I consiglieri regionali? O un presidente che ha i piedi in Sardegna e la testa a Roma?», sottolineando inoltre come il malcontento sia diffuso anche tra le file dei suoi alleati, «che hanno chiesto in quest’Aula più trasparenza». Questo non è il momento del compitino difensivo - ha dichiarato il consigliere di opposizione rivolgendosi al capo dell'esecutivo regionale - ma quello della svolta, se ne siete capaci. Bruno ha poi stigmatizzato la decisione di Cappellacci di escludere le donne dalla nuova Giunta.

«L’abbiamo definita una giunta scandalo pensata secondo regole di 25 anni fa - attacca Mario Bruno - che permettono che il potere passi in mano ai partiti e ai capi-corrente. In questo meccanismo sembra rimanere saldo il solo Presidente, che rilancia slogan senza far seguire i fatti». L’opposizione ha chiesto al governatore che si impegni a varare una strategia sui trasporti, in primis per ciò che riguarda un «vero sistema aeroportuale sardo» e che renda conto dell’erogazione dei contributi dell’Agenzia regionale Sardegna promozione, dell’abbattimento delle liste d’attesa della sanità «senza creare altri centri di potere», così come della realizzazione di nuovi ospedali secondo quanto stabilito nel piano regionale.

«Per la Sardegna si prospettano 150 milioni di euro di tagli, senza che si abbia la certezza di ricevere le entrate previste dall’ art.8. E’ possibile che tutto ciò avvenga nel clima che viviamo oggi in questo Consiglio? Lei ha presentato una Giunta ma non ha risolto una crisi che dura da 18 mesi, e a cui è seguita la sconfitta del suo partito alle amministrative». Bruno ha infine promesso che il gruppo politico non porterà avanti «un’opposizione pregiudiziale, se gli interessi della Sardegna saranno messi al primo posto, a partire dall’unità delle riforme», ma ha anche avvisato che non sarà disposto «a fare sconti a nessuno». «Faremo un’opposizione dura e intransigente, per arrivare il prima possibile a nuove elezioni che possano permettere di dimenticare il momento più buio dell’Autonomia».

Nella foto: Ugo Cappellacci e Mario Bruno
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