Lo sfogo è della consigliera provinciale di Sassari, Alba Canu, all´indomani dell´insediamento del Cappellacci bis, il neo esecutivo regionale senza esponenti femminili tra gli assessori
SASSARI - «Davvero dobbiamo rassegnarci a vedere sconfitte le tante battaglie sulla presenza delle donne nei luoghi del governo della cosa pubblica? Sembra oramai un’affermazione rivoluzionaria chiedere che le Giunte, le Assemblee Consiliari, i luoghi delle decisioni importanti per la vita dei cittadini e del Paese siano composti tenendo conto della rappresentanza femminile». Lo sfogo è della consigliera provinciale di Sassari, Alba Canu, all'indomani dell'insediamento del Cappellacci bis, il neo esecutivo regionale senza figure femminili tra gli assessori (il precedente ne contava 3 ndr).
«Non sembra essere nemmeno un problema di colore politico - osserva la Canu facendo riferimento alla Regione, alla Provincia di Sassari e il Comune di Nuoro - affetti dalla stessa sindrome: la totale assenza di donne o, in alternativa, una minima rappresentanza così da tappare la bocca a chi, di solito, ci fa caso».
«E’ stato più volte citato l’articolo 51 della Costituzione Italiana nel quale si afferma che i cittadini dell'uno o dell'altro sesso hanno la possibilità di “accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge", ma le citazioni sono evidentemente solo momenti delle campagne elettorali, quando viene chiesto il voto a favore di questa o quella formazione politica, sedicente garante delle pari opportunità per tutti e per le donne». «Si deve quindi giungere a denunciare Sindaci e Presidenti..? - provoca la Canu. Ma cosa può cambiare il “vento misogino” da cui siamo investite se non ci riesce nemmeno la Costituzione? Pensiamoci».
Nella foto: Il presidente della Regione Ugo Cappellacci
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