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A.B. 7 luglio 2009
Studiosi nelle grotte dell’Amp di Alghero
Terminata la prima fase di studio del complesso carsico di Punta Giglio, all’interno del progetto Conisma


ALGHERO - In questi giorni si è conclusa la prima fase di studio dedicata alle grotte sommerse del complesso carsico di Punta Giglio, nell’ambito del progetto “Conisma-Consorzio Nazionale Interuniversitario Scienze del Mare”, cui aderisce e partecipa l’Area Marina Protetta Capo Caccia-Isola Piana, insieme all’area marina delle Isole Pelagie ed a quella del Plemmirio.

Il gruppo Conisma, costituito in questa fase da Doris Devito, dell’Università degli Studi del Salento, Ubaldo Pantaleo, dell’Università degli Studi di Genova, e Cristina Gioia Di Camillo, dell’Università Politecnica delle Marche, assistito dagli esperti dell’Amp Capo Caccia–Isola Piana, ha svolto, attraverso numerose immersioni, tutte le attività previste dal programma di ricerca su un campione di tre grotte sommerse del mare di Alghero.

I ricercatori, al termine dei lavori, si sono incontrati con il direttore dell’area marina di Alghero Gianfranco Russino e la sua equipe di esperti composta da Alberto Ruiu, David Pala, Francesco Mura, Carmen Spano, Daniela Scala e dalla nuova tirocinante universitaria Francesca Spiga. L’incontro, tenutosi nella sede dell’Area Marina Protetta, presso “Porto Conte Ricerche”, ha costituito momento di confronto sulle metodologie d’indagine utilizzate e le informazioni raccolte. Ciò anche ai fini di una loro utilizzazione negli studi dedicati alle grotte sommerse che l’area marina protetta avvierà nei prossimi giorni con progetto ministeriale. Gli studi hanno la finalità di conoscere nel dettaglio le diverse grotte sommerse che caratterizzano il mare di Alghero originando ambienti piuttosto fragili, ma ricchi di specie talvolta sconosciute.

I prossimi gruppi di lavoro, provenienti da altre università, opereranno nel mese di settembre sia nel settore di Punta Giglio sia in quello di Capo Caccia. I proficui scambi, avviati da tempo, dall’area marina protetta di Alghero con importanti università sarde e nazionali, centri di ricerca ed altre aree protette mediterranee traducono in pratica, ormai quotidiana, sinergie ed ottimizzazioni nella ricerca di acquisizioni scientifiche sempre più aggiornate del nostro territorio.

Nella foto: Ambiente di grotta (foto di Giampiero Mulas, archivio Amp)
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