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C.S. 27 marzo 2007
Jaume Valor e Jorge Garcia De La Camara
Si è tenuta ieri sera alle 19.00 la conferenza di Jaume Valor e Jorge Garcia De La Camara, illustri architetti e professori spagnoli, organizzata dalla Facoltà di Architettura nella sede in via Garibaldi


ALGHERO - Si è tenuta ieri sera alle 19.00 la conferenza di Jaume Valor e Jorge Garcia De La Camara, illustri architetti e professori spagnoli, organizzata dalla Facoltà di Architettura nella sede in via Garibaldi. L’evento è stato presentato dal Preside della Facoltà, Giovanni Maciocco, il quale ha introdotto i due ospiti, illustrando l’andamento del discorso ed evidenziando il rapporto della Facoltà di Alghero con la scuola di Architettura di Barcellona, dalla quale provengono i docenti invitati.

Il primo intervento è stato condotto dal professore Jaume Valor, rigorosamente in catalano perché, sue testuali parole, «voglio troppo bene all’italiano per parlarlo male». La sua presentazione, dal titolo "Soltanto nelle cose ci sono idee", è stata articolata in tre punti principali: “Solo nelle idee ci sono le cose”, “Pensiamo facendo” e “L’unica cosa immutabile è che niente è immutabile”. Da ognuno di questi punti partivano poi altri tre sottotemi, accompagnati da foto e immagini per una migliore delucidazione e comprensione.

In particolare, il professore ha sottolineato quanto sia importante il motto “pensare facendo”, espressione tipica del lavoro dell’architetto, che trae insegnamento e ispirazione dal lavoro materiale, dalla praticità più che dalla teoria. È nella realizzazione concreta del progetto che si riflettono le intenzioni del professionista. Riferendosi a questo concetto, ha portato l’esempio del posizionamento dei comunissimi interruttori per l’accensione della luce, presenti in ogni casa. Valor ha fatto notare come la loro presenza corretta sia il più vicino possibile alla porta, parallelamente alla maniglia, così da unire l’apertura all’accensione, in un movimento unico: in questa osservazione, che può sembrare una stupidaggine, è racchiusa un’idea più generale di comodità e semplicità. Interessante la sua definizione di architetto, visto come un tecnico che deve lavorare per portare avanti la tecnica imparata con una finalità ben precisa, tenendo però sempre la mente aperta per poter meglio realizzare l’obbiettivo, ricordando un principio importante: anche la cosa più immateriale può essere riflessa nella cosa più fisica. Il professore ha concluso il suo intervento sottolineando il valore dell’esperienza, dell’imparare facendo, e focalizzando l’attenzione sul fatto che “niente è immutabile”.

Subito dopo, è stata la volta di Jorge Garcia De La Camara , giovane architetto con già un curriculum di tutto rispetto, vice direttore della Escola Superior d’Arquitectura del Universitat Internacional de Catalunya (di cui Valor è direttore). La sua conferenza, dal titolo "Barcellona e la costruzione emotiva di un’identità", comprendeva un percorso di circa trent’anni, attraverso il quale è stata analizzata la crescita culturale della città, esaminando i suoi cambiamenti, capaci di influenzare la vita, l’esperienza e la conoscenza dei suoi abitanti. Il professore ha individuato alcuni punti cardine della città, come il Parc Guell e il Carrier Lamard, analizzandose gli sviluppi. Particolare si è rivelata l’evoluzione di un’attività commerciale proprio lungo il Carrier Lamard: nata come rivendita di parti elettroniche, è divenuta poi una caffetteria e infine un negozio di souvenir, a simboleggiare la vocazione turistica di Barcellona. Molta attenzione è stata dedicata anche all’analisi della torre Agbar, uno dei simboli principali, e alle foto di Jordi Secall, che ha catturato momenti della vita barcellonese ora lontani nel tempo.

Il discorso si è concluso con un lungo e sentito applauso, che ha salutato i due illustri oratori, capaci di dar vita a una conferenza decisamente interessante. Peccato però per un dettaglio: l’esposizione si è svolta interamente in catalano e spagnolo, senza ausilio della traduzione per questioni di tempo. Un handicap notevole, che non ha permesso la comprensione della totalità del messaggio trasmesso.
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