Già lo scorso anno, proprio in coincidenza con l´innalzamento delle temperature, si era verificato un bloom algale considerevole. Servono interventi concreti
ALGHERO - Non a tutte le cittadine della Sardegna è comune possedere un’area umida urbana come quella dello stagno algherese del Calich, eppure nonostante i numerosi convegni, incontri e "allarmi" sullo stato di salute dello stagno, non si mettono in campo azioni mirate alla sua salvaguardia. Con l'arrivo della primavera e dell'estate, infatti, l'aumento delle temperatura riporta in primo piano il problema-alghe, che continuano a proliferare in maniera anomala.
Già lo scorso anno, proprio in coincidenza con l'innalzamento delle temperature, si era verificato un bloom algale considerevole, con l'immediato intervento del numero uno di Casa Giosa Antonello Usai, che aveva provveduto ad informare i tecnici dell'Agenzia Regionale di Protezione ambientale, che avevano effettuato alcuni campionamenti mirati in diversi punti della laguna algherese.
Da quest'anno però, la situazione potrebbe cambiere i connotati dell'intervento, in considerazione dell'immissione nel Rio Filibertu delle prime acque bianche depurate dal nuovo impianto realizzato nella zona industriale di San Marco. Un potenziale pericolo in più per lo stagno, a causa della composizione stessa dell'acqua, carica di nitrati che potrebbero contribuire ad aumentare le sostanze nutrittive della laguna, a tutto svantaggio dello stagno stesso.
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