«L’Expo è stato un’occasione persa, la nostra presenza è passata inosservata. La Giunta regionale procede per compartimenti stagni, senza avere un’idea generale di sviluppo che parta dall’interazione tra i diversi comparti produttivi»
CAGLIARI - «Il rapporto del Crenos sul turismo in Sardegna mette a nudo un comparto abbandonato a se stesso dalla politica, fermo da decenni a causa della cronica incapacità, da parte di chi governa la Regione, di programmare e indirizzare lo sviluppo economico della nostra terra. Un anno e mezzo di governo del centrosinistra non hanno cambiato le cose di una virgola, anzi le hanno, se possibile, peggiorate: oggi più di ieri, la Sardegna non è capace di andare oltre il turismo balneare, vale a dire che non riesce a sfruttare il suo enorme potenziale per intercettare flussi turistici che durino più di tre o quattro mesi all’anno e che possano portare ricchezza in tutta l’Isola e non soltanto sulle coste», dichiara il capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici in Consiglio regionale, Attilio Dedoni, commentando il rapporto Crenos ‘Destinazione Sardegna’, presentato nei giorni scorsi.
«In Viale Trento sembra che non ci si sia ancora resi conto che, in un’Isola, a monte delle politiche turistiche ci sono e ci saranno sempre le politiche dei trasporti, sia esterni che interni”, prosegue Dedoni. “Scegliere di non governare la materia dei trasporti, magari perché si ha per assessore un luminare convinto che il mercato si regolamenta da sé, significa non poter incidere non soltanto sul diritto alla mobilità dei sardi ma anche sull’indirizzo da dare allo sviluppo turistico. Permettere che raggiungere la Sardegna, sia in nave che in aereo, costi cifre astronomiche, significa ridurre la quantità di denaro che ciascun turista sarà disposto a spendere sul territorio e orientarlo, di conseguenza, sulle forme di turismo più economiche e massificate, vale a dire l’esatto contrario di ciò di cui abbiamo bisogno per destagionalizzare i flussi turistici e per coinvolgere le zone interne nell’industria delle vacanze. La carenza di voli low-cost nelle stagioni cosiddette ‘di spalla’ e la situazione disastrosa dei collegamenti interni, con un servizio ferroviario inesistente e le strade lasciate colpevolmente nelle mani di un’Anas cui non importa nulla dei nostri interessi, fanno il resto. Se poi ci si aggiunge anche la maggioranza di centrosinistra, che impedisce gli ampliamenti agli hotel nella fascia dei 300 metri dal mare, indispensabili per permettere loro di dotarsi dei servizi necessari per lavorare al di fuori dei mesi estivi, ecco spiegata la situazione da anno zero che stiamo vivendo».
«Non aiuta di certo la mancanza di una qualsiasi forma di promozione della nostra offerta turistica, in particolare di quella legata alla cultura e all’enogastronomia, settori che il rapporto Crenos mostra, incredibilmente, in calo», conclude il capogruppo. «L’Expo è stato un’occasione persa, la nostra presenza è passata inosservata. La Giunta regionale procede per compartimenti stagni, senza avere un’idea generale di sviluppo che parta dall’interazione tra i diversi comparti produttivi. Agricoltura, zootecnia, artigianato e cultura devono essere adeguatamente promossi soprattutto in chiave turistica: solo così potremo attrarre quei flussi di vacanzieri in grado di generare ricchezza diffusa e liberarci così dalla schiavitù del turismo balneare».
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