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A.B. 13 giugno 2015
«Regione fornisca il maggior numero di informazioni certificate»
In materia di democrazia partecipata, l´assessore regionale degli Affari generali Gianmario Demuro chiede che la Regione rilasci dati fruibili e certificati per tutti, mentre l´assessore agli Enti locali Cristiano Erriu sottolinea come la prima sperimentazione sia avvenuta per la legge sula casa


CAGLIARI - «Per garantire una effettiva partecipazione dei cittadini all’elaborazione delle politiche pubbliche regionali, innanzi tutto la Regione deve fornire il maggior numero di informazioni certificate. È una delle tematiche che si possono e devono sviluppare perché rappresentano il futuro della democrazia partecipata. La Pubblica Amministrazione è chiamata a rilasciare dati immediatamente fruibili da cittadini, associazioni e Istituzioni, e ad aggregarli per temi in modo che la partecipazione per la definizione delle politiche pubbliche sia la più corretta possibile». Lo ha dichiarato questa mattina (sabato), a Cagliari, l’assessore regionale degli Affari generali Gianmario Demuro, intervenendo al convegno organizzato dalle Università di Cagliari e Sassari, dal titolo “Cittadini 2.0–Una legge sarda sulla partecipazione dei cittadini alle politiche pubbliche”.

Nell'occasione, Demuro ha analizzato alcune tematiche relative alla partecipazione dei cittadini. «Per estendere realmente la partecipazione – ha sottolineato – dobbiamo rendere tutti più consapevoli e informati. Come? Garantendo servizi informativi efficienti, open data, dati utilizzabili e certificati. Un altro elemento su cui bisogna lavorare è la cultura partecipativa, e qui entrano in gioco le università, che però raggiungono una popolazione limitata rispetto alla totalità della società. Solamente i partiti, le associazioni e i cittadini organizzati possono (utilizzando le informazioni messe a disposizione) proporre soluzioni per le politiche pubbliche più vicine al cittadino. Per una effettiva partecipazione occorrono luoghi d’incontro non virtuali e vi è la necessità di supportare una partecipazione non standardizzata: questa, infatti, non si può applicarla allo stesso modo in materia ambientale, sanitaria, urbanistica o economica, in quanto si tratta di tematiche del tutto diverse che richiedono strumenti mirati per garantire un buon supporto alla fatica quotidiana che gli amministratori pubblici svolgono, ciascuno nel suo ruolo, alla ricerca delle migliori soluzioni per i cittadini. Se riusciremo a fare tutto questo prima di approvare la legge, avremo predisposto una buona legge».

«Oltre al tema legato alla partecipazione popolare nei processi di produzione normativa – ha sottolineato l’assessore regionale agli Enti locali, Finanze e Urbanistica Cristiano Erriu – c’è un tema ancora più importante che noi inseriremo all’interno della nuova legge urbanistica: mi riferisco alle scelte di pianificazione urbanistica e a tutto ciò che ha a che fare con il governo del territorio sotto il profilo ambientale o, più in generale, riferibili all’assetto idrogeologico o del territorio e ai grandi investimenti da realizzare. È un tema che ha necessità di essere governato con una focalizzazione differente rispetto al tema più generale, che è senz’altro importante, perché si tratta di disciplinare le modalità di partecipazione popolare e di contributo dei diversi portatori di interessi diffusi ai vari Piani che le pubbliche amministrazioni, a livello locale e regionale, gestiscono: mi riferisco per esempio all’assetto idrogeologico, ai Piani di utilizzo dei litorali e a quelli di gestione delle aree ambientali o di aree Sic. È un tema che va disciplinato con norme ad hoc, coerenti con il contesto normativo che andiamo ad istituire, il quale dovrà recepire tutte le nuove strumentazioni e le tecniche di animazione pubblica e di coinvolgimento popolare al dibattito, come gli open space technology, i referendum popolari e altre forme di consultazione sperimentate in tutto il mondo, le quali rappresentano opportunità molto interessanti ma che vanno tuttavia iscritte all’interno di un contesto normativo del tutto nuovo. In Sardegna – ha concluso – stiamo per discutere la riforma degli enti locali. Questo strumento normativo può aiutarci enormemente a rendere davvero protagonisti i territori nelle decisioni. Anche la riforma della legge urbanistica è un intervento di grande spessore sociale: entrambi sono occasioni formidabili per sperimentare forme di partecipazione e coinvolgimento popolare. Noi abbiamo iniziato a farlo in occasione dell’approvazione della legge sulla casa, che ha consentito di acquisire centinaia di proposte e suggerimenti di cittadini, professionisti di settore e associazioni di categoria».

Nella foto: l'assessore regionale Cristiano Erriu
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