«L’iter del disegno di legge di riforma dell’agenzia, adottato dalla Giunta nei giorni scorsi e appena arrivato in Commissione, deve ancora iniziare», prosegue Dedoni
CAGLIARI - «La Giunta regionale non pensi di indossare i panni dell’ultimo arrivato che rovina tutto, inserendo nel disegno di legge sull’edilizia popolare una qualche norma, raffazzonata e improbabile (per non dire intrusa), per fingere di prendere in carico la gestione della rete stradale sottraendola all’Anas». mette in guardia il capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici in Consiglio regionale, Attilio Dedoni, commentando le notizie di stampa secondo cui l’esecutivo intenderebbe affidare all’agenzia Area la gestione delle strade sarde.
«L’iter del disegno di legge di riforma dell’agenzia, adottato dalla Giunta nei giorni scorsi e appena arrivato in Commissione, deve ancora iniziare», prosegue Dedoni. «L’auspicio è che la Giunta non intenda gravarlo di una norma, oggi non presente nel testo e che dovrebbe eventualmente essere presentata come emendamento, che richiede di essere affrontata in modo ben più serio e approfondito. Regionalizzare la gestione della rete viaria non è una cosa che si può fare a colpi di slogan, né tantomeno improvvisando l’affidamento a un’agenzia che dovrebbe occuparsi di tutt’altro, vale a dire di gestire il patrimonio edilizio, residenziale e non, della Regione. Serve un’agenzia regionale ad hoc, una sorta di Anas sarda dotata delle professionalità necessarie a garantire una gestione efficiente delle strade e delle gare di appalto per la realizzazione delle nuove opere. Soprattutto, l’agenzia dovrà poter contare su tutte le risorse pubbliche che oggi vengono stanziate per il funzionamento dell’azienda statale e per il finanziamento dei lavori: non un solo centesimo dovrà andare perso, non certo come avviene oggi che, a fronte dei miliardi di euro investiti, la rete stradale isolana è sempre in condizioni da terzo mondo».
«Non sembra appartenere all’acume intellettuale dell’assessore Maninchedda, quello stesso acume intellettuale che lo ha portato a reinventare il ‘Partito dei Sardi’ già ideato anni prima dai Riformatori con tanto di congresso formativo, una proposta così poco avveduta”, conclude il capogruppo. “Noi restiamo in attesa che qualcosa si muova nel centrosinistra autonomista-identitario-sovranista-indipendentista, che si cominci a discutere seriamente di come liberare la Sardegna dalla servitù dell’Anas e che lo si faccia al più presto, perché la situazione è diventata ormai insostenibile».
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