Questo il commento del senatore sardo, capogruppo di Sel, in Commissione Bilancio, parlando di lavoro in Italia
CAGLIARI - «La fotografia scattata dall'Istat sulla crisi del mercato del lavoro ci mostra ancora una volta un Paese diviso e diseguale. Questi dati drammatici devono costringere il governo ad adottare politiche differenziate tra una regione e l'altra, perché se regioni come la Lombardia costituiscono l'eccezione mentre le altre, che sono la norma, precipitano, il paese è comunque destinato a fallire».
Lo ha dichiarato il senatore sardo Luciano Uras, capogruppo di Sel in commissione Bilancio, che ha aggiunto: «L'ultima legge di Stabilità (e noi di Sel lo abbiamo ribadito più volte) è molto nord-centrica e fa registrare l'idea che l'Italia sia ad un passo dall'uscita dalla crisi, ma non è così. Dimenticare le regioni del Mezzogiorno e le isole significa uno tsunami dalle conseguenze imprevedibili non solo sul piano economico, ma anche su quello sociale ed umana».
«La Sardegna, ad esempio, è la terza regione in classifica tra quelle ad alta emorragia di posti di lavoro, qui la crisi si avverte in tutti i settori produttivi, ma in modo molto più significativo nel settore dei servizi. Se non si provvede subito a ridurre la forbice tra le regioni più ricche e quelle più povere - ha concluso Uras - resterà un miraggio l'aggancio alla possibile ripresa e la crisi attuale si trasformerà in un sottosviluppo permanente, in Italia come in Europa».
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