A dimostrarlo il Centro Studi della Cna Sardegna, il quale fa notare un aumento del numero delle imprese fallite rispetto al 2013, specie nel settore edile. L’isola tuttavia non è ultima nel Mezzogiorno, dove si delineano quadri peggiori
CAGLIARI- È triste il quadro dell’imprenditoria sarda, la cui realtà fallimentare è stata registrata e portata alla luce dal Centro Studi della Cna Sardegna. Scrutando infatti il registro delle imprese delle Camere di Commercio dal quale risulta il complesso di quelle iscritte a procedure concorsuali (fallimenti, liquidazione coatta, concordato o amministrazione controllata), è emerso che dal 2008 al maggio 2014 sono stati accertati nella nostra regione oltre 1200 fallimenti. Ciò significa che in Sardegna hanno chiuso i battenti 1,1 imprese al mese ogni 10 mila attive, iscritte ai registri camerali nel 2008 (da cui sono esclusi liberi professionisti e imprese della pubblica amministrazione).
Da ciò si deduce che la crisi economica ha fatto lievitare negli ultimi anni il numero di procedure concorsuali ai danni delle imprese isolane, tanto è vero che dai 77 fallimenti del 2008 e dai 107 del 2009, si è passati alle 251 del 2012 fino alle 262 del 2013. E i dati raccolti nei primi cinque mesi dell’anno in corso non fanno ben sperare neanche per il 2014; ad oggi infatti risultano censite ben 144 imprese contro le 104 che sono fallite nello stesso periodo del 2013. Scendendo nello specifico poi, sembra che, in base allo studio della Cna, quasi il 48% dei fallimenti abbiano riguardato imprese di medio-piccola dimensione (tra 2 e 9 addetti) e per quasi il 30% imprese con un unico addetto, innalzando così la media del 5% rispetto al 2008 per quanto le prime e del 0,7% per quanto concerne le seconde, mentre a subire maggiori danni è stato il settore edile.
Di fronte ad un panorama simile quindi, Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna, hanno suggerito un intervento immediato: «occorre con urgenza rilanciare la domanda con una terapia d'urto- hanno detto a tal proposito- che smuova l'effetto paralizzante che la stagnazione in corso produce sul sistema economico isolano». Tuttavia, pare che la Terra sarda non sia quella a soffrire maggiormente della crisi; stando ai dati dell’osservatorio trimestrale sui fallimenti di imprese del Cribis (gruppo Crif), parrebbe infatti che ad accusare maggiormente il colpo siano state le regioni del centro-nord, Lombardia e Friuli al Nord e Marche e Lazio al Centro. La Sardegna addirittura, sembra mostrare un tasso mensile di fallimenti anche inferiore alle medie del Mezzogiorno.
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