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A.B. 4 giugno 2014
Tuvixeddu: Regione continuerà a difendere risorse e patrimonio
Un vecchio accordo di programma del 2000 ha portato ad un contenzioso risolto da un lodo arbitrale, che impone alla Regione il pagamento di un risarcimento dei danni di 77.8milioni di euro alla Nuova Iniziative Coimpresa


CAGLIARI - Nessun giudice togato ha ancora deciso che la Regione Sardegna debba versare nelle casse della “Nuova Iniziative Coimpresa” 77,8milioni di euro a risarcimento della mancata costruzione di edifici in un’area riconosciuta da più sentenze di elevato valore archeologico e quindi non edificabile. Ma un vecchio accordo di programma del 2000 ha portato ad un contenzioso risolto da un lodo arbitrale, che impone a maggioranza (due arbitri su tre) alla Regione il pagamento di quel presunto risarcimento dei danni. La sentenza di appello, che entrerà nel merito di tutta la vicenda è in calendario per ottobre 2016. Quindi, dopo che il pignoramento di circa 125milioni sui conti della Regione è diventato definitivo, con l’ordinanza del 26 maggio, e con l’esecutività del pignoramento del 29 maggio, la Regione dovrà pagare l’ingente somma, oltre alle spese processuali ed agli interessi.

La Giunta guidata da Francesco Pigliaru non è stata protagonista di questa lunga vicenda che dura da 14 anni, ma ne ha subito gli effetti. Il nuovo Esecutivo si è insediato in mezzo ad una raffica di provvedimenti, che non mostravano certo una volontà di mediazione da parte dell’impresa. L’11 marzo veniva notificato l’atto di precetto, due giorni dopo si insediava il presidente Pigliaru, il 20 marzo la Giunta Regionale, che ventiquattro ore dopo, proponeva un’incontro a Nuova iniziative Coimpresa. Il 24 marzo, partiva l’atto di pignoramento, notificato alla presidenza della Regione il 26 marzo, in cui si fissava l’udienza per il 16 aprile. L’1 aprile, il primo e unico incontro. Poi è andato avanti il percorso che ha portato al definitivo congelamento delle somme ed alla situazione attuale. Durante questo periodo, hanno parlato gli atti giudiziari e non è stata possibile alcuna trattativa.

Fin qui, la storia del risarcimento, mai riconosciuto dalla Regione né come diritto, né tantomeno nella sua quantificazione, valutata assolutamente fuori scala dall’arbitro di parte regionale. I successivi provvedimenti giudiziari non sono mai entrati nel merito della vicenda. Anzi, le sentenze dei Giudici amministrativi hanno confermato l’inedificabilità dell’area di Tuvixeddu e Tuvumannu. Ma, in attesa del pronunciamento della Corte d’appello di Roma, e dell’eventuale giudizio di Cassazione, il lodo arbitrale deve essere rispettato ed eseguito. Quindi, per ora, la Regione deve pagare. La linea seguita dal suo insediamento ad oggi dalla Giunta Pigliaru è stata quella di difendere le risorse finanziarie della Regione, con numerose opposizioni e ricorsi, tentando di ridurre al minimo il danno economico per le casse pubbliche e, contemporaneamente, di mandare avanti ogni iniziativa che salvaguardi un sito di così grande rilevanza archeologica e paesaggistica, come peraltro attestato anche da una recente sentenza del Tribunale Penale di Cagliari. Resta quindi in piedi, con il totale sostegno della Giunta Regionale, il procedimento di copianificazione con il Comune e con il Ministero dei Beni culturali per il risanamento dei colli finalizzato alla fruizione da parte della collettività. Su questa linea, la Regione si spenderà attivamente con chiunque condivida questo obiettivo.

Nella foto: Tuvixeddu
Commenti
19/11/2025
Abbiamo più volte spiegato con chiarezza che per difendere la Sardegna dagli effetti negativi dell’autonomia differenziata bisogna attivare e modernizzare le norme di attuazione dello Statuto speciale, l’unico strumento in grado di rendere realmente operativo il principio di insularità inserito in Costituzione e di colmare il gap che la nostra Regione paga da decenni



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