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M. P. 12 aprile 2014
Fiumesanto grida: «E.On vattene»
I lavoratori di Fiume Santo, nell’ultima giornata di sciopero hanno alzato i toni della protesta, bloccando la strada di accesso dell’azienda per protestare contro la società tedesca, provocando rallentamenti lungo la strada provinciale Porto Torres-Stintino


PORTO TORRES - I lavoratori di Fiume Santo, nell’ultima giornata di sciopero hanno alzato i toni della protesta, bloccando la strada di accesso dell’azienda per protestare contro la multinazionale tedesca, provocando rallentamenti lungo la strada provinciale Porto Torres-Stintino. Esplicito il messaggio che appare sul cartello della società tedesca “E.On vattene”. Sembra ormai certa la dismissione degli impianti da parte di E.On, la multinazionale ha infatti annullato gli investimenti previsti e avviato le procedure di mobilità per 70 lavoratori (una procedura che costringe i lavoratori a trovare un accordo per evitare il licenziamento). C’è paura per il futuro di un sito che produce utili e fornisce energia a tutta l’isola.

Una produzione vitale per l’equilibrio energetico della Sardegna, in quanto un terzo dell’energia viene prodotta nella centrale di Fiume Santo. «La base per costituire la rete sarda è rappresentata dalla centrale di Porto Torres – dichiara Giuseppe Buia, segretario provinciale della Flaei-Cisl – se avessero realizzato il gruppo 5 a carbone, non ci sarebbe stato bisogno di acquistare nuove apparecchiature necessarie per stabilizzare la rete». Mercoledì è sbarcata ad Olbia una apparecchiatura di circa 83 metri diretta a Codrongianus, utile a regolare la frequenza e stabilizzare la rete nell’isola, indispensabile per la sicurezza della rete di distribuzione dell’energia elettrica in Sardegna e non solo. L’ impianto appartiene al gruppo Terna che si occupa dello sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale.

I vertici E.On hanno confermato la volontà di vendere tutte le centrali e nel frattempo abbassano i costi di gestione e, per i sindacati l’unica soluzione è che la multinazionale vada via, nei tempi dovuti permettendo ai nuovi acquirenti di avere spazio e tempo per avviare gli investimenti, e lo stesso territorio, sostengono i sindacati, non deve perdere l’ investimento per la costruzione del 5 gruppo. Intanto ieri il Presidente della Regione Francesco Pigliaru, nella lunga giornata a Roma, dedicata ad analizzare i vincoli del patto di stabilità, in cui era presente anche l’assessore regionale all’Industria, Maria Grazia Piras, tra i temi affrontati della Sardegna, il nodo chimica e energia di Porto Torres. Nei prossimi giorni nuovi incontri tra Ministero e Regione, per l’approfondimento dei dossier specifici. Mentre per lunedì 14 nuovo incontro tra la multinazionale tedesca e i sindacati.
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