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A.B. 12 marzo 2014
Legge elettorale: «Apartheid di genere, a Roma come in Sardegna»
«In Parlamento si è assistito all’ennesima beffa messa in scena ai danni di noi donne, negando con un voto segreto il diritto ad una equa rappresentanza di genere», ha dichiarato la segretaria di Sardigna Libera Claudia Zuncheddu


CAGLIARI – «In Parlamento si è assistito all’ennesima beffa messa in scena ai danni di noi donne, negando con un voto segreto il diritto ad una equa rappresentanza di genere, sotto qualsiasi forma tecnica. Questa beffa ignobile, avvenuta a Roma, non è una novità, visto che la Sardegna è spesso avanguardia nel produrre leggi lesive per i sardi» Lo ha affermato Claudia Zuncheddu, segretaria del movimento “Sardigna Libera”.

«La Legge elettorale sarda – sottolinea la segretaria- concordata in modo trasversale tra Pd e Pdl e votata a maggioranza, con i suoi sbarramenti (10percento per le coalizioni e 5percento per le liste singole) è un pasticcio legislativo che mira a privilegiare il bipolarismo italiano, la sua evoluzione verso il bi-partitismo perfetto e l’oligarchia, con l’esclusione delle minoranze politiche».

«Questa legge, maschile e maschilista, nega in modo perverso il diritto di rappresentanza democratica alle donne. La doppia preferenza di genere, fra l’altro non obbligatoria, è stata bocciata in modo bipartisan con il voto segreto, richiesto da un consigliere di centro destra, poi arrestato nell’ambito dell’inchiesta sui fondi ai Gruppi consiliari. La grande beffa è che il muretto a secco, costruito dal “coraggioso”consigliere di centro destra, ha consentito a numerosi “mezzi uomini” di tutte le parti politiche di nascondersi per agire in modo vile», ha concluso Claudia Zuncheddu.

Nella foto: Claudia Zuncheddu
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