Utilizzo di soldi pubblici per scopi privati. È questo il reato di cui sono accusati oltre trenta Consiglieri Regionali sardi. La posizione di Michela Murgia e compagni
SASSARI - «La politica deve essere pulita e onesta. Per rispondere a questa esigenza occorre una classe politica nuova di zecca che non sia solo sarda d’anagrafe o semplicemente rappresentativa, a livello elettorale, delle comunità della Sardegna, ma che risponda alla pressante richiesta di eticae trasparenza che arriva dalla società nel suo insieme. Una classe politica che abbia nel proprio orizzonte l’eguaglianza, la giustizia sociale e il benessere dei suoi cittadini».
Così la Segreteria Nazionale ProgReS Progetu Repùblica commenta a mezzo stampa l'inchiesta che coinvolge 33 consiglieri regionali del centrosinistra delle passate legislature in Sardegna. Inchiesta che - sottolinea il comunicato di Michela Murgia e compagni - dimostra molto chiaramente come, vent’anni dopo Tangentopoli, la situazione non solo non sia migliorata, ma sia anche difficile non ravvisarne il peggioramento.
«La politica non è e non deve essere un mestiere, né tanto meno una scorciatoia per arricchirsi. La politica è un servizio alla propria comunità e alla propria Nazione». Per questo ProgReS Progetu Repùblica sta lavorando alla stesura di un codice etico di autoregolamentazione che verrà sottoscritto da tutti i candidati alle prossime elezioni, non solo per porre un tetto agli stipendi dei Consiglieri Regionali, ma anche per garantire la loro integrità etica e morale.
Nella foto: Michela Murgia
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