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Monica Caggiari 23 settembre 2005
Sarà inaugurato entro l'anno il nuovo convento dei passionisti che intanto celebrano Padre Pio
Il complesso, progettato dall’architetto Padre Ottaviano D’Egidio, anch’egli passionista, è davvero maestoso. La chiesa non da direttamente sulla strada, ma vanta un bellissimo giardino che dona allo spazio una profonda sensazione di pace e serenità


ALGHERO - Un’enorme vela, che si staglia sul mare, ergendosi sopra una poderosa struttura circolare; ecco come si presentano il Campanile e la Chiesa di Santa Maria Goretti, monumentale complesso architettonico a sud di Alghero. L’area e la costruzione sono di proprietà dei Padri Passionisti, che oggi, 23 settembre, festeggiano San Pio da Pietrelcina. Per l’occasione il superiore dei Passionisti di Alghero, Padre Alessandro, è tornato a parlare dell’opera, che ospiterà il convento dei passionisti e la chiesa, futura parrocchia della vasta area residenziale. L’attesa inaugurazione, più volte annunciata e poi rinviata, potrebbe, secondo il religioso, finalmente aver luogo entro quest’anno.
Il complesso, progettato dall’architetto Padre Ottaviano D’Egidio, anch’egli passionista, è davvero maestoso. La chiesa non da direttamente sulla strada, ma vanta un bellissimo giardino che dona allo spazio una profonda sensazione di pace e serenità. Garantisce circa 500 posti a sedere ed è il corpo centrale di una struttura a chiocciola che s’irradia verso l’esterno. La navata circolare è il fulcro della struttura, dal quale partono tutte le altre sezioni abitative, destinate ai seminaristi. Attraverso dei corridoi, dai quali s‘intravede il giardino interno che funge da chiostro, si arriva al refettorio e alla grande cucina, poi, proseguendo lungo panoramici spicchi, si vede la sala ricreativa. I moduli abitativi si elevano quindi, con tanto di ascensore che conduce alle stanze dei seminaristi e alle camere per ospiti, in tutto una ventina. Alla zona dedicata alle attività ordinarie s’aggiungono altre tre sale per riunioni, una preziosa biblioteca con testi del 1700 e una cappella interna.
Di particolare pregio sono le rifiniture, tutte a cura del passionista padre Tito Amodei. Sua è la parete di piastrelle che orna il campanile-vela, suo è il portale, decorato con la scritta che ricorda il gemellaggio con il Santuario di Santa Maria Goretti a Nettuno, sua è la vetrata istoriata sopra il fonte battesimale e suo è anche il crocifisso dietro l’altare, che a sua volta è un monolito di 40 quintali, di marmo sardo. E isolani sono tutti i materiali utilizzati per la creazione dell’opera. Per la festività sarà possibile solo intravederla, ma l’auspicio dei frati è quello di poterla finalmente inaugurare, dopo tanti anni, consistenti investimenti e numerose rinunce, come quella del vasto parco, di proprietà dei passionisti, ceduto in permuta alla ditta costruttrice.
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