Passerà all´opposizione se entro un mese non verrà varato il decreto con un piano di investimenti di due miliardi l´anno per 10 anni per riequilibrare la situazione in Sardegna
CAGLIARI - Mauro Pili pare fare sul serio e lancia un vero e proprio ultimatum al governo e al suo partito, il Popolo della Libertà, annunciando che passerà all'opposizione se entro un mese non verrà varato il decreto con un piano di investimenti di due miliardi l'anno per 10 anni per riequilibrare la situazione in Sardegna, piano che nei prossimi giorni il deputato presenterà alla Camera e che - dice - è previsto dalla legge delega sul federalismo fiscale.
«In questi ultimi quindici anni la Sardegna e' stata discriminata con cifre irrisorie sul piano infrastrutturale», sottolinea il parlamentare all'Agi. «Faccio solo un esempio, emblematico: ogni calabrese ha avuto una quota procapite di infrastrutture pari a 23.000 euro, un sardo appena 3.400. Nel decreto il governo, oltre a stanziare i soldi, deve garantirci interventi per tutto quello che ci spetta: la zona franca, l'imposizione dell'onere del servizio pubblico su trasporti aerei e marittimi, merci e passeggeri, l'energia - dai carburanti all'elettrico - con interventi di riequilibrio nei settori produttivi, dall'agricoltura all'agro-pastorizia».
Altrimenti la sua decisione è chiara: passare all'opposizione. La mia vuole essere una sfida alta non di basso cabotaggio per raggiungere posizioni di potere - conclude il parlamentare ed ex presidente della Regione Sardegna - perchè l'Isola sta vivendo una situazione di emergenza ed e' a questo che dobbiamo pensare.
Nella foto: Mauro Pili durante una manifestazione di protesta all'aeroporto di Alghero
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