Le dichiarato dal presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, di Pietro Pittalis e Mario Bruno sul pronunciamento del Consiglio regionale sulle proposte di Legge della Zona Franca
CAGLIARI - «Il pronunciamento unanime del Consiglio regionale sulla Zona Franca e' un segnale positivo. L'auspicio è che sia il punto di partenza di un'azione condivisa verso quello che non può non essere un obiettivo comune. Quella per la zona franca è infatti una battaglia che non appartiene a un solo esponente politico, ad una fazione piuttosto che un'altra, ad un singolo territorio o a un'unica categoria. Per le sue caratteristiche è una rivendicazione che invita a superare gli egoismi di parte ed è una istanza che appartiene a tutti i sardi e a ciascuno. Per questo occorre che anche nelle assemblee elettive ci sia quel livello di unità e di condivisione sempre più diffuso nella società sarda». E' quanto dichiarato dal presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci dopo il pronunciamento del Consiglio regionale sulle proposte di Legge della Zona Franca.
Pietro Pittalis (Pdl). «Abbiamo voluto dare un segnale chiaro al centrosinistra per affermare, una volta per tutte, che su battaglie storiche come quella per la zona franca l’interesse dei sardi viene prima di quello del partito o dello schieramento di maggioranza». Lo ha dichiarato Pietro Pittalis, presidente del gruppo Il Popolo della Libertà in Consiglio regionale della Sardegna, a margine della riunione di consiglio di questa mattina. «La maggioranza ed il Presidente della Regione hanno ritirato il proprio ordine del giorno e votato gli atti proposti dall’opposizione per significare che oggi occorre guardare più a ciò che unisce rispetto a ciò che divide». «Analogo ragionamento vale, a maggior ragione, per la proposta di legge dei sardisti - prosegue - nella quale individuiamo forti punti di contatto con il percorso intrapreso dal presidente Cappellacci». «Auspichiamo - conclude Pittalis - che dopo il voto delle mozioni si possa finalmente lavorare all’unisono insieme, nell’interesse della Sardegna e dei sardi».
Mario Bruno (Pd). «Io penso alla zona franca non tanto come un modo per far sì che tutti, in maniera generalizzata, possano avere delle esenzioni, magari riguardo all’Iva, il notaio come l’ultimo disoccupato. Penso sia da mettere in campo una fiscalità differenziata, una fiscalità di vantaggio che riguarda aree svantaggiate del nostro territorio, che riguarda certamente la Sardegna che ha il più alto tasso di disoccupazione. Occorre garantire forme di esenzione fiscale, sgravi contributivi importanti per le imprese che assumono in modo duraturo, continuativo, per un tot di anni, per cinque anni, garantirlo attraverso un rapporto tra la Regione e lo Stato, una Regione che si è fatta sfuggire, perché l’ha cancellata, l’Agenzia regionale delle entrate, che invece proprio in questa fase avrebbe avuto il potere di concordare con lo Stato davvero delle forme di fiscalità differenziata, con un mandato preciso da parte della Regione».
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