Con quaranta sì, un voto contrario e tre astenuti il consiglio orfano dell´opposizione ha deciso di rimandare il taglio degli onorevoli. Cresce il distacco dalla politica e lo sdegno dei cittadini
CAGLIARI - Dopo la bufera di
venerdì, quando una maggioranza trasversale aveva, di fatto, affossato con un emendamento la normativa che avrebbe ridotto l'assemblea da 80 a 50 membri, questa mattina (sabato) arriva la mazzata finale, con la votazione di quella che in molti hanno già ribattezzato la "legge salvacasta". Nonostante l'assenza dall'Aula di via Roma del
Partito democratico, di
Sel,
Italia dei Valori e
Riformatori, la maggioranza ha rimandato definitivamente il taglio degli Onorevoli.
Il Centrodestra approva. La Presidente Lombardo ha proceduto alla votazione finale della legge, con il seguente esito: favorevoli 40, contrari 1, astenuti 3. Il consiglio approva così di rimandare il taglio dei consiglieri, mentre nel paese e nell'Isola cresce lo sdegno dei cittadini per un distacco sempre più accentuato della casta col "mondo reale", lacerato da una crisi profonda. Quello che doveva essere un taglio secco ai costi della politica insomma, si è invece trasformato in un nulla di fatto.
Coro di polemiche. Numerose le reazioni, dai sindacati alla Confindustria, tutti col dito puntato sulla casta. Chi parla di ennesimo segnale mancato da parte della politica, chi di distacco netto dai problemi quotidiani. Il capogruppo del Popolo della Libertà però è chiaro in aula: «la strada migliore per le riforme è quella della legge statutaria - dice - lo abbiamo detto più volte e lo confermiamo. In quella legge possiamo inserire la forma di governo, la legge elettorale, la nuova disciplina dei rapporti fra giunta e consiglio. Le proteste esterne sono comprensibili - dice Mario Diana - ma bisogna difendere il consiglio regionale e la Sardegna, senza adeguarsi pedissequamente alle scelte del parlamento nazionale».
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