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Red 9 gennaio 2005
Parco Gennargentu, si infiamma la protesta
La contestazione avvenuta nelle campagne di Arzana, ha visto i cacciatori bloccare con le proprie automobili le strade d’accesso alle zone vietata del Parco, da cui è nato un aspro confronto


LANUSEI - Ieri mattina, 9 gennaio, circa 500 cacciatori hanno protestato contro i vincoli imposti dalla legge d’istituzione del Parco Nazionale del Gennargentu. La contestazione avvenuta nelle campagne di Arzana, ha visto i cacciatori bloccare con le proprie automobili le strade d’accesso alle zone vietata del Parco, da cui è nato un aspro confronto. Sono così volate minacce e spintoni fra i contestatori e gli agenti del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione autonoma della Sardegna, mentre qualcuno tentava di incendiare un fuoristrada della Forestale. Le fiamme sono state immediatamente domate, ma il mezzo ha comunque riportato danni, soprattutto nella parte posteriore. In contemporanea alle pendici del massiccio del Gennargentu si è riunito all´aperto il consiglio comunale di Baunei che ha chiesto il ritiro del decreto istitutivo del parco.
La protesta, nata a margine dell’incontro di cacciatori fissato nelle campagne di Baunei, avviene dopo che, sabato pomeriggio, era stato firmato un documento dai capicaccia di Fonni, Gavoi, Desulo, Ollollai, Olzai, Tonara, Aritzo e Ovodda, i quali hanno sostenuto che in virtù dell’impegno preso dai sindaci, dai rappresentanti di enti sovraccomunali e dal presidente della Regione Renato Soru, e confidando in un esito positivo tra il governatore e il ministro Matteoli, continuando nel senso di maturità e responsabilità sempre dimostrato, sostengono che, in caso di mancato accoglimento della revoca del decreto, si riservano altre forme di protesta e di difesa della categoria. Le proteste non si sono fermate alla manifestazione di Lanusei e sono tante le voci che si sono sollevate in tutta l’Isola: dal sit-in di Cagliai dove un gruppo di cacciatori ha chiesto di prorogare l’attività venatoria fino al 31 gennaio, alle polemiche politiche di Bustino Cumpostu, leader di Sardigna Natzione, il quale afferma che «i Sardi non sono “antiparco” ma sono contro quel parco, il Parco Nazionale del Gennargentu, così come istituito dal decreto Ronchi del 1998, che impone una nuova servitù che al pari delle servitù militari».
Mentre l’opinione il presidente dei Verdi della provincia di Cagliari Pino Zarbo, non è completamente a favore del Parco. «Noi non siamo d’accordo sul ritiro totale del decreto che istituisce il Parco del Gennargentu, proponiamo invece una modifica che configuri un Parco a macchia di leopardo, ma anche favorisca i Comuni che non vogliono perdere tutti quei vantaggi che una zona protetta di fatto mantiene. Vantaggi fiscali e urbanistici in primo luogo».
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