Lo assicura l´assessore regionale Gabriele Asunis, che precisa come il faro di Punta Scorno sia nella disponibilità della regione Sardegna già dal 2004
ALGHERO - Nessun allarme, il Faro dell'Asinara è della Regione fin dal 2004 e non sarà utilizzato a fini ricettivi da privati. Lo annuncia lo stesso assessore Asunis in risposta ad un articolo pubblicato su un quotidiano regionale (La Nuova Sardegna) nella giornata odierna. «Che il Ministero della Difesa voglia trasformare il faro di Punta Scorno nell’isola dell’Asinara in un hotel può essere considerato solo come un intendimento o un auspicio - sottolinea, appunto, Gabriele Asunis - il faro, infatti, non è nella disponibilità del Ministero dal 2004 per cui questo non può disporne in alcun modo visto che in data 18 febbraio 2004, con elenco di trasferimento n. 95, l’Agenzia del Demanio lo ha trasferito alla Regione Sardegna che ne è diventata, dunque, il legittimo proprietario».
Il faro è stato quindi iscritto nel conto del patrimonio della Regione con numero identificativo n.2133. Per le esigenze di valorizzazione e di riutilizzo, nel quadro delle iniziative che interessano l’isola dell’Asinara e l’attività del Parco, il faro è stato messo a disposizione dell’Agenzia regionale della Conservatoria delle Coste con deliberazione della Giunta regionale n.48/1 del 9 settembre 2008. La Conservatoria delle Coste nel suo programma di attività non ne prevede certamente l’utilizzo a fini ricettivi, anche perché nell’isola dell’Asinara sono disponibili altre strutture da ristrutturare e destinare ad uso ricettivo, così come prevede il piano del Parco. L’intendimento su cui si sta muovendo la Conservatoria è quello di destinare il faro ad uso di punto visita o di museo del mare, secondo un modello mutuato dall’esperienza francese.
Quello che è certo è che il faro avrà un uso pubblico e aperto al pubblico in modo da favorire al massimo l’accesso dei visitatori. Per le sue peculiarità il faro di Punta Scorno è adatto a essere utilizzato come struttura museale in considerazione della sua lunga storia protrattasi sino a tempi recenti per cui può rappresentare l’evoluzione nell’uso di un tale strumento nell’esperienza della navigazione nel Golfo dell’Asinara. «La notizia riportata dalla stampa è quindi da considerarsi del tutto inesatta e spiace rilevare - conclude l'assessore Asunis - come in tanti non abbiano perso l’occasione di tacere o meglio di documentarsi prima di parlare, come capita di sovente a certe associazioni ambientaliste che non volendo rinunciare ad una preconcetta polemica nei confronti delle istituzioni rischiano di portare a casa non il faro di Punta Scorno ma solo lo scorno».
Nella foto: il Faro dell'Asinara
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