Dura presa di posizione di Mario Bruno: «Tornare indietro a forme di controllo da parte della Regione equivarrebbe a ripristinare modalità di neo centralismo anacronistiche e non in linea con i processi di federalismo fiscale»
ALGHERO - Netta presa di posizione del capogruppo del Partito democratico in regione, l'algherese Mario Bruno, all'indomani della dura presa di posizione dei Sindaci della Sardegna sul Fondo Unico da destinare agli Enti Locali, tema spinoso in tempi di discussione della Finanziaria e contestato aspramente dai primi cittadini.
Dopo la clamorosa
occupazione del Consiglio regionale a Cagliari da parte di 150 Primi cittadini (per Alghero presenti Muroni e Pais) per chiedere il rispetto degli impegni presi sul trasferimento delle risorse (vitali per i Comuni), e la
disponibilità dimostrata dal Governatore Cappellacci e l'assessore La Spisa di andare incontro alle legittime richieste che arrivano dai territori dell'isola, i problemi però rimangono.
E' così il Gruppo consiliare del Partito democratico a sostenere, come già ribadito nella commissione Bilancio, la battaglia di Comuni e Province per l'applicazione della legge istitutiva del Fondo unico per gli enti locali, che prevede un aumento proporzionale del Fondo parametrato a quello delle entrate tributarie della Regione. «Riteniamo sbagliato un conflitto istituzionale tra Regione e Comuni, entrambi parte dell'unico sistema dell'autonomia regionale sulla base del principio di coordinamento sancito dal Titolo Quinto della Costituzione e della pari dignità tra articolazioni dello Stato», sottolinea Mario Bruno.
«L'istituzione del Fondo unico per gli enti locali, da noi fortemente voluta nella scorsa legislatura, rappresenta un metodo consolidato di assunzione di responsabilità da parte degli enti locali, che possono – discrezionalmente e senza vincolo di destinazione – garantire risposte adeguate ai cittadini proprio là dove le esigenze emergono. Tornare indietro, a forme di controllo da parte della Regione - conclude il politico algherese - equivarrebbe a ripristinare modalità di neo centralismo anacronistiche e non in linea con i processi di federalismo fiscale e federalismo interno ai quali dobbiamo, coerentemente, prepararci».
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