Lavori di ricerca di assoluto spessore scientifico che si avvalgono di collaborazioni anche di università estere. Continua ad evolversi operativamente e scientificamente l’attività dell’Area Marina Protetta di Capo Caccia
Prosegue con buon ritmo l’attività dell’Area Marina Protetta di Capo Caccia-Isola Piana. Oltre al progetto della valorizzazione del Corallium Rubrum nei siti superficiali recentemente finanziato dal ministero dell’Ambiente e già in itinere sono in corso altri progetti scientifici in collaborazione con l’università di Sassari. Lavori di ricerca di assoluto spessore scientifico che si avvalgono di collaborazioni di altre università anche estere. Si è partiti dallo “Studio sulla composizione e biogeografia della platelmintofauna interstiziale” curato dal Prof. Marco Curini Galletti del Dipartimento di Zoologia e Antropologia Biologica dell’Università di Sassari in collaborazione con l’Università di Uppsala, Svezia. La ricerca parte dal presupposto che gli habitat di grotta ricreano un gradiente batimetrico che permette di rinvenire specie tipiche di profondità (altrove non accessibili con autorespiratore) e specie realmente troglobie.
Lo studio, finalizzato ad una migliore conoscenza di tali habitat e delle specie che lo abitano, prevede il raccoglimento di piccoli campioni di sedimento in due grotte che presentano divergenti tipologie di substrato per poi procedere all’analisi e al rinvenimento di platelmintofauna. Altra ricerca avviata riguarda invece la “valutazione dell’impatto delle attività di pesca sulle popolazioni di riccio di mare commestibile (Pharacentrothus lividus) nella rada di Alghero” curata dal Dipartimento di Scienze Zootecniche dell’Università di Sassari. Lo studio intende valutare l’incidenza delle attività di prelievo sulle popolazioni di riccio di mare nella rada di Alghero, attraverso lo studio di densità e taglie degli individui, in zone fortemente interessate dalle pratiche di pesca ed in aree che, sottoposte a tutela o difficilmente accessibili all’azione antropica, hanno preservato caratteristiche di integrità ambientale.
L’indagine consentirà di disporre di preziose informazioni sulla consistenza di questa risorsa in zone notevolmente sottoposte a prelievo, fornendo indicazioni per la pianificazione di eventuali interventi di tutela e di ripopolamento. A tale scopo verranno eseguiti rilievi di densità (enumerazione degli individui) e verranno effettuate misurazioni morfometriche in situ (larghezza e altezza del dermascheletro con l’impiego di calibri centesimali), senza compromettere in alcun modo le funzioni vitali degli individui stessi. Ultimo lavoro di ricerca riguarda infine uno “Studio sulla fauna marina” sempre curato dal Dipartimento di Zoologia e Antropologia Biologica dell’Università di Sassari.
Lo studio è finalizzato ad una migliore conoscenza della biodiversità della fauna a poriferi e si svolgerà considerando due diversi tipi di habitat: Valutazione della fauna a poriferi nelle grotte sommerse dell’AMP con particolare riguardo per la zona oscura. Tale zona ospita in genere una fauna peculiare che annovera specie rare di notevole interesse. Lo studio verrà effettuato mediante il raccoglimento di piccoli campioni di sedimento in due grotte della zona A; Valorizzazione della fauna a poriferi di acque superficiali per la sperimentazione di attività di spongicoltura in mare secondo le linee guida della gestione integrata e sostenibile delle risorse biologiche marine. Verranno impiantati, su pontili e strutture sommerse preesistenti, piccoli impianti modulari, a basso impatto ambientale, allo scopo di aumentare i processi di autodepurazione del mare da parte di questi sistemi biologici a filtrazione attiva in zone con impatto antropico elevato, di favorire il ripopolamento di aree in cui i poriferi sono depauperati e di valutare le potenzialità di produzione di biomassa. Continua ad evolversi dunque operativamente e scientificamente l’attività dell’Area Marina Protetta di Capo Caccia. Una realtà importante per il territorio e che sta dimostrando di funzionare.
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