Occorre coinvolgere la popolazione nei processi di pianificazione territoriale e in quelli costitutivi delle aree protette
Con una lettera inviata al Presidente della Regione Sardegna, gli ambientalisti delle associazioni Amici della Terra e Argonauta, Bruno Caria e Massimo Manca, sono intervenuti sulle problematiche legate all’istituzione dei Parchi in Sardegna. Per gli ambientalisti, tali problematiche hanno evidenziato un preoccupante scollamento tra il governo del territorio – le scelte ed i programmi delle organizzazioni governative (Stato, Regione, Enti locali) – e le legittime preoccupazioni di coloro che ci vivono, queste ultime dettate da una scarsa informazione e partecipazione ai processi di pianificazione territoriale e a quelli costitutivi delle aree protette. Popolazioni che più volte hanno manifestato fortissimi dissensi, non ravvedendo alcuna utilità e beneficio nell’istituzione delle aree protette. Tale convinzione – in realtà errata o frutto di fraintendimenti – ha finora condizionato la riuscita di progetti e di programmi di tutela ambientale del territorio sardo, che pure avrebbero assicurato indubbio benessere e crescita sociale alle popolazioni interessate. Per uscire da questo sorta di malinteso e per conseguire risultati più partecipati e condivisi, gli ambientalisti hanno ritenuto di dover suggerire al Presidente Soru una maggiore attenzione e più efficace sostegno della Regione Sardegna alle attività di educazione ed informazione ambientale, che per l’appunto possono rendere le popolazioni più sensibili e responsabili alle questioni ambientali, ai valori, alle attitudini e ai comportamenti quotidiani e nella prospettiva dello sviluppo sostenibile.
Per gli ambientalisti, l’educazione e l’informazione ambientale rappresentano quindi un importante strumento per formare una cittadinanza responsabile ed attiva e consentire di comprendere la complessità delle relazioni tra la natura e le attività umane, tra risorse ereditate (da risparmiare, valorizzare e da trasmettere), e dinamiche della produzione, del consumo e della solidarietà . Attraverso questo strumento, poi, sarebbe possibile aiutare il formarsi delle opinioni ed incentivare un confronto libero, finalizzato al coinvolgimento delle popolazioni nelle decisioni che riguardano le risorse ambientali. A detta degli ambientalisti, “l’informazione e l’educazione ambientale, con il contributo della ricerca scientifica, devono rappresentare una componente organica di tutte le politiche della nuova giunta regionale, soprattutto perché così facendo si verrebbe a ricostruire il senso di identità e le radici di appartenenza dei singoli e dei gruppi, diffondendo la cultura della partecipazione e della cura per la qualità del proprio ambiente, creando un rapporto affettivo tra le persone, la comunità ed il territorio”.
Per raggiungere questo traguardo, per recuperare i ritardi maturati dall’Isola rispetto alle altre realtà italiane, i responsabili delle associazioni Amici della Terra e Argonauta hanno accompagnato alla lettera inviata al presidente Soru una concreta proposta operativa, che la giunta regionale potrebbe valutare e magari fare propria con uno specifico disegno di legge. L’auspicio degli ambientalisti è quello di arrivare il prima possibile a disciplinare le attività di informazione, formazione ed educazione ambientale della Regione Sardegna, ovvero ad assicurare la nascita ed il funzionamento di particolari Centri di Esperienze e di Laboratori Territoriali per lo Sviluppo sostenibile a cui verrebbe affidato tale compito educativo, formativo ed informativo.
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