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S.A. 16:39
Coldiretti contro i tagli Ue a Bruxelles
Centinaia di slogan e cartelli alzati al cielo dai migliaia di agricoltori scesi pacificamente in piazza a Bruxelles. All’imponente manifestazione Coldiretti è presente anche la Sardegna, con una delegazione arrivata da tutti i territori dell’Isola


CAGLIARI - “Von der Leyen go home”, “Contro i contadini non si governa”, “Affamate chi vi sfama”, “Fuori gli autocrati dall’Europa”, “A Bruxelles si taglia, nei campi si chiude”. Sono solo alcuni delle centinaia di slogan e cartelli alzati al cielo dai migliaia di agricoltori scesi pacificamente in piazza a Bruxelles, dove è partita una manifestazione destinata a segnare uno spartiacque nel rapporto tra il mondo agricolo e le politiche europee. All’imponente manifestazione Coldiretti è presente anche la Sardegna, con una delegazione arrivata da tutti i territori dell’Isola per far sentire la voce di un comparto già duramente provato.

In piazza, accanto al presidente e al segretario generale di Coldiretti, Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo, ci sono i vertici di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu e Luca Saba, insieme a presidenti e direttori provinciali e a numerosi imprenditori agricoli e agricoltrici sardi, espressione di un’agricoltura che già oggi combatte quotidianamente contro insularità, rincari energetici, difficoltà nei trasporti e aumento dei costi di produzione. Il messaggio che parte da Bruxelles è netto: “Non è questa l’Europa che vogliamo”. Una denuncia forte contro una deriva tecnocratica che rischia di allontanare l’Unione Europea dai cittadini e di colpire al cuore la sovranità alimentare, togliendo risorse al settore primario e al cibo sano per dirottarle verso altre priorità, in un momento storico in cui tutte le grandi potenze mondiali investono sempre di più in agricoltura, riconoscendone il valore strategico.

Particolarmente allarmante è la prospettiva della riduzione del 25% dei fondi della Politica agricola comune e della loro confluenza in un fondo unico, una scelta che per l’Italia significherebbe un taglio secco di 9 miliardi di euro, che diventano 90 miliardi se si guarda all’intera Unione Europea. Una misura che rischia di colpire soprattutto i giovani agricoltori, già oggi tra i più esposti e fragili. «Per la Sardegna – sottolinea Coldiretti Sardegna – queste scelte rappresentano un rischio enorme. Il nostro sistema agricolo parte già da condizioni di svantaggio strutturale legate all’insularità, ai costi dei trasporti, all’energia e alla difficoltà di competere ad armi pari con altri territori. Se a tutto questo si aggiunge un attacco diretto alle risorse destinate al settore primario, viene messo in discussione il futuro stesso di migliaia di aziende agricole e allevatoriali. Colpire l’agricoltura significa colpire il motore economico, sociale e ambientale della Sardegna, rendendo impossibile costruire una prospettiva di sviluppo anche solo a cinque o dieci anni». Da Bruxelles, dunque, parte un grido d’allarme che riguarda tutta l’Europa, ma che per la Sardegna assume un peso ancora più forte. Senza agricoltura non c’è sicurezza alimentare, non c’è tutela del territorio e non c’è futuro per le comunità rurali. Ed è su questo terreno che Coldiretti promette di continuare la battaglia.
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