Tra i relatori del seminario alcuni dei maggiori esponenti del panorama nazionale economico e scientifico
ALGHERO - Si è svolto questa mattina, presso la sala conferenze del Parco di Porto Conte, il seminario dal titolo “Storia ed esperienze di gestione di alcuni parchi italiani e sardi”. Tra i relatori alcuni dei maggiori esponenti del panorama nazionale economico e scientifico, coordinati dal direttore della Scuola di giornalismo dell’Università degli studi di Bologna, dott. Angelo Varni, che ha ricoperto il ruolo di moderatore. Altissimo il profilo dei relatori, dall’economista Francesco Silvestri, scienziato politico specializzato nel rapporto tra lo sviluppo economico e la tutela dell’ambiente, il quale ha ripercorso brevemente la storia della conservazione della natura in Italia, con particolare attenzione alla legislazione vigente nelle aree protette; al Dott. Andrea Leonardi, docente ordinario di Storia economica della Facoltà di Economia di Trento, che ha illustrato la lunga fase di maturazione e concretizzazione dei parchi naturali della provincia autonoma di Trento. Altri esempi di gestione dei Parchi sono stati quelli delle foreste Casentinesi, la cui storia è stata illustrata dal Dott. Alberto Malfitano, ricercatore presso il Dipartimento di Discipline Storiche dell’Università di Bologna, e Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, illustrato dal Responsabile Nazionale di Legambiente per le isole minori Umberto Mazzantini. L’ultimo intervento è stato affidato alla dott.ssa Assunta Trova, professore associato di Storia Contemporanea presso la Facoltà di Scienze Politiche di Sassari, che ha mostrato la situazione dei parchi presenti in Sardegna sottolineandone difficoltà e progressi, dal caso del Parco del Gennargentu, ai due Parchi Nazionali dell’Asinara e dell’Arcipelago di La Maddalena. Vari e particolarmente interessanti, gli argomenti trattati sono stati infine riassunti dal Dott. Marzio Romani dell’Università Bocconi di Milano, nel suo intervento conclusivo. Romani ha considerato i Parchi in qualità di enti autonomi, strettamente connessi al maturare di una coscienza collettiva ambientale, dalla quale dipendono le differenti scelte di gestione. «Diversità di mentalità e cultura – ha concluso Romani- hanno portato nel tempo generazioni differenti a guardare ai Parchi con ottiche diverse, passando dallo sfruttamento/utilizzo delle risorse ambientali, all’attuale ottica sistemica, basata sulla diffusa consapevolezza della necessità di avviare processi di sviluppo sostenibile».
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