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A.B. 1 aprile 2008
E´ bufera: Gianni Cherchi e la “guerra dei Salis”
Il consigliere comunale algherese risponde alle dichiarazioni della coordinatrice della provincia di Cagliari. Parole pesanti col candidato capolista al Senato Adriano Salis


ALGHERO – E' bufera. Continua il botta e risposta nell’Italia dei Valori regionale, tra Alghero e Cagliari. Dopo la lettera di Rina Salis, coordinatrice del partito nella provincia di Cagliari, a Tonio Bassu, si registra la pronta reazione di Gianni Cherchi, che si dice stupito della risposta della coordinatrice, che «oltre ad intromettersi e a trascinarmi in una discussione che non la riguardava, si concede licenze che non ritenevo averle mai dato». Cherchi parla di livore nei suoi confronti, con aspetti sollevati «in maniera a dir poco confusa ed inesatta». Gianni Cherchi batte soprattutto sul fatto che la candidatura da capolista di Adriano Salis al Senato «non è stata frutto di una libera e democratica scelta dei dirigenti sardi, dei quali se avessero votato, anche solo a maggioranza, avrei accettato la loro decisione. Invece – sottolinea - Adriano si è candidato, si è valutato e si è premiato». L’attenzione si rivolge quindi a Rina Salis. «Se lei ci teneva così tanto a lui, perché nella sua qualità di coordinatrice provinciale di Cagliari anziché autocandidarsi, proponendosi insieme a Bozzi al Senato, non ha proposto Adriano Salis?». Cherchi allarga l’obbiettivo sul fatto che i primi cinque candidati al Senato sono tutti di Cagliari e poi risponde alle affermazioni della coordinatrice circa i presunti apporti finanziari avuti per le spese elettorali. «Abbiamo ottenuto la metà delle spese documentate, come le altre città interessate dalle Amministrative. Per la verità con risultati decisamente migliori, considerato che ad Alghero abbiamo ottenuto mille voti e non certamente per il mio incarico a consigliere del ministro datato 10 Giugno 2007, quindi successivo. A tale proposito, vale la pena ricordare i centoundici voti di Olbia, i centosessantanove di Oristano oppure i trecentosessantanove voti di Selargius, città nella quale forte è stato il suo apporto e quello degli attuali capolista». Si parte poi ad elencare i rispettivi titoli personali. «Quando poi scrive dei miei incarichi politici, mi perdoni, ma lei onora l’impudenza, in quanto sono consigliere comunale di Alghero dell’Idv eletto dalla gente (titolo che lei non può vantare), mentre sono stato nominato co-coordinatore provinciale di Sassari e consigliere del Ministro completamente a titolo gratuito. Al contrario, risulta al sottoscritto che lei fa parte della commissione regionale per le pari opportunità, chiaramente con un gettone di presenza, mentre suo marito è amministratore della “ProService” società in house della provincia di Cagliari con relativo e anche in questo caso sostanzioso stipendio. Su tutte queste nomine politiche date dall‘Idv in Sardegna (tralascio volutamente la Capitale), io non ho mai sindacato e nemmeno mi sono ipocritamente indignato e disgustato. Dal quadro che emerge, lei sembrerebbe più di Ceppaloni che di Cagliari». Quest’intervento, ha provocato la pronta replica di Adriano Salis, capolista Idv al Senato. «Come mai una risposta ad una mail privata e interna ad IdV viene trasmessa come “nota stampa”? Capisco che Cherchi, deluso dalla mancata conquista del primo posto al Senato, abbia scelto di “far volare gli stracci”. Quel che sfugge a Cherchi è che l’Idv non è un partito di straccioni e, di conseguenza, non lo seguirà su questo terreno, con evidenza a lui più congeniale».

Nella foto i candidati dell'Italia dei Valori al Parlamento
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