Aria di resa dei conti in casa Italia dei Valori. Dopo le esternazioni degli esponenti algheresi è rottura nel partito
ALGHERO – E’ un vero terremoto quello creato dalle
dichiarazioni di Tonio Bassu, che, senza mezzi termini, in netta contrapposizione con le scelte del partito per le prossime elezioni comunali, osteggiava i due Capolista sardi alla Camera e Senato. Dopo la stizzita risposta dell’esponente dell’Italia dei Valori
Adriano Salis, arrivano pesantissimi attacchi dalla coordinatrice provinciale di Cagliari e componente del coordinamento regionale, Rina Salis. «Ho letto il tuo comunicato, ma non mi ha per niente meravigliata perché, come dicono a Cagliari “du’ sciemmu”. Lo sapevo e c’era da prevederlo vista la strategia messa in atto da Gianni Cherchi, per convincere i componenti del coordinamento regionale, compresa la sottoscritta, a sostenere la sua candidatura quale capolista al senato e le minacce di non sostenere più il partito, espresse a diverse persone, se non l’avesse ottenuta». Anche secondo Rina Salis tutto il polverone è stato creato solo perché Gianni Cherchi non è riuscito ad ottenere il primo posto in lista per al Senato. E rincara la dose: Gianni Cherchi è davvero un "abile" politico – dichiara - approdato dall’Udeur all’Idv appena 2 anni fa, e subito co-coordinatore della Provincia di Sassari, posizionato al 2° posto nella lista per il Senato alle politiche 2006, delegato come rappresentante del Ministro per le infrastrutture in Sardegna, eletto nel Consiglio Comunale di Alghero alle ultime amministrative. «Il bel risultato lo ha ottenuto anche perché è stato ampiamente aiutato finanziariamente e politicamente dai tanto vituperati Federico Palomba ed Adriano Salis, che oggi consideri vecchi ed autoritari esponenti del partito». «Cherchi, appena arrivato, ha fatto valere il suo pacchetto di voti ed ha ottenuto ciò che noi poveri vecchi iscritti, fondatori del partito in Sardegna dal 2000, dediti esclusivamente e stupidamente a far crescere e rinforzare il partito con innesti esterni, non potevamo neanche sognare – dichiara Salis - la meritocrazia, ma soprattutto la motivazione si basa su un giusto scambio, ma se questo fa esclusivo riferimento all’interesse personale, non è più giusto ma solamente egoistico tornaconto». Salis, in riferimento all’invito di Bassu di non votare per l’Italia dei valori, ritiene «che questa sia l’azione più meschina che si poteva porre in essere; da sola essa vi qualifica e vi dà il giusto connotato».
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