Campus, Curedda e Di Gangi invocano maggiore chiarezza dall’assessore. “L’urgenza di chiarezza è dettata dai ritardi, imputabili non solo ad Altea, nella adozione del PUC e del Piano del Parco”
L’assessore Altea nasconde, dietro una fumosa disquisizione, da vero “ Accademico della Crusca”, sul significato della parola progetto e dei suoi corruttibili sinonimi, le concrete problematiche poste dal ritorno di Baroudi sui lidi di Porto Conte e le conseguenti decisioni politiche. L’idea progettuale di Baroudi, ed in particolare il porticciolo turistico e il borgo di seconde case, contrasta con la volontà espressa dagli algheresi e sancita negli atti fondamentali di programmazione economica ed urbanistica e confermati da tutte le Amministrazioni di diversi e contrastanti colori politici, che si sono succedute nel tempo.
Quale è il giudizio dell’assessore all’urbanistica nella veste di rigoroso e integerrimo custode delle norme di Piano Regolatore Generale?. Ritiene che Baroudi si debba adeguare alla programmazione comunale o al contrario siano gli algheresi che supinamente si debbono adeguare ai suoi progetti?. In tal caso l’assessore può certificare l’affidabilità e la credibilità dell’interlocutore alla luce dei precedenti?.
Il fallimento del Bagaglino a Stintino e i crac finanziari a livello nazionale, come quello della Parmalat, consigliano il massimo della prudenza. A questo proposito ricordiamo la ventilata presenza di Callisto Tanzi nel capitale di investimento turistico di Valverde. Bene ha fatto il Sindaco a pubblicizzare la notizia riguardante l’investimento libanese, d’altronde ad Alghero l’inviolabilità di un segreto non resiste più di tre giorni, infatti si conoscono per filo e per segno gli incontri riservati in Italia e all’estero dell’uomo d’affari medio-orientale.
Quando Altea era assessore PDS nell’ultima Giunta di sinistra, manifestava opposizione alle iniziative del suo predecessore su questo affare, oggi questa contrarietà parrebbe essere stata superata da argomenti concreti e di valore e, da uomo pubblico, dovrebbe informare gli algheresi della bontà delle nuove ragioni.
Il territorio algherese e le sue coste costituiscono una autentica miniera d’oro di flora e di fauna, di ambiente e di cultura, di storia e di tradizioni, ed è dovere degli amministratori trasformarla in ricchezza diffusa, in lavoro e in crescita delle nostre imprese turistiche, artigianali e agro-alimentari.
La concreta attuazione di questi obiettivi programmatici è il compito di Altea che dovrebbe orientare verso questo risultato gli investimenti pubblici e privati, indicando con chiarezza ciò che è consentito e lecito da cosa non lo è, sulla base degli strumenti di pianificazione; se fosse un dirigente di azienda il giudizio su di lui e la sua retribuzione sarebbero rapportati ai risultati concreti e ottenuti.
L’urgenza di chiarezza è dettata dai ritardi, imputabili non solo ad Altea, nella adozione del PUC e del Piano del Parco che concretizzerebbero l’aspirazione degli algheresi di tramutare in moneta contante l’integrità del proprio territorio accessibile al turista tutto l’anno con gli alberghi attrezzati a questo scopo. E’ solo questione di volontà politica. Le norme si attuano, come è stato fatto per l’area SAICA, oppure si derogano come si cerca di fare con la costruzione SOFINGI di fronte al mercato.
Gli elettori poi valuteranno se le scelte dell’Amministrazione saranno corrispondenti o meno all’interesse della collettività algherese.
La mancata attuazione delle norme urbanistiche, o peggio l’assenza di regole certe, determinano situazioni conflittuali e di anarchia, come nel porto di Alghero in cui la carenza di un piano regolatore è causa di confusione e anomalie, quali l’assegnazione di alcuni spazi a terra e nello specchio acqueo che hanno persino provocato l’indignata protesta del Sindaco contro la burocrazia regionale.
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