Le prime parole per Marco Tedde da ex sindaco, sostituito a breve da un tecnico come il suo leader nazionale. Spara a zero su Udc e Psd´Az. Al suo fianco Maria Grazia Salaris, per molti, la nuova candidata teddiana. Su Alguer.tv lunghi spezzoni della conferenza stampa
ALGHERO - Come per il suo leader politico nazionale Silvio Berlusconi, anche Marco Tedde - per nove anni e mezzo Primo cittadino ad Alghero - è arrivato il momento di ufficializzare la fine di un mandato, avvenuta non in maniera naturale - come sarebbe accaduto nel maggio del 2012 - ma a causa delle
dimissioni della maggioranza consiliare. Ma le storie politiche del Premier italiano e del sindaco algherese non rappresentano un epilogo, anzi.
Così come aveva fatto il "Silvio nazionale" nella conferenza stampa di fine del suo Governo qualche giorno fa, anche il "Tedde cittadino" (non ce ne voglia il Matteo Tedde del Partito Democratico), questa mattina (giovedì), a Sant'Anna, ha concesso il suo ultimo incontro con la stampa (da sindaco ovviamente) «per fare un po di chiarezza dietro l'episodio delle dimissioni», e per annunciare un percorso che è tutt'altro che concluso: «raddoppierò gli sforzi», dice. Sereno, almeno apparentemente, Tedde condanna il «fatto politico» e i suoi responsabili, rincarando la dose con gli ex alleati dell'Udc e Psd'Az, passati all'opposizione e firmatari della famosa lettera. Nel conteggio dei sedici getta l'ombra a dei possibili "ricatti" «sempre che non rientrino nel codice penale» nei confronti dell'ultimo firmatario.
L'ex Primo cittadino - al centro di un tavolo attorniato quasi al completo dai consiglieri e assessori della sua coalizione - sminuisce le motivazioni addotte dagli scudocrociati: il «loro» quoziente familiare «fuori dalla realtà», «una discoteca al Tris Blue» (Cavall Marì), o l'applicazione del Piano Casa: «come dire bevi l'acqua dal bicchiere». E ironizza sull'esigenza di collegialità richiesta dal Partito Sardo d'Azione prendendosela con il consigliere di quello schieramento, Mauro Giorico «quasi sempre assente, non ha mai parlato e lo si ricorda più nei giornali sportivi».
«Qual'è il problema?» Chiede Marco Tedde che dà una risposta scontata a se e ai presenti: il Puc. «C'è solo il Puc - sottolinea - ma non i suoi contenuti, il Puc come strumento che ci avrebbe fatto guadagnare in campagna elettorale cinque o sei punti in più». Sulle conseguenze, ossia il Commissario prefettizio che si attende - questione di giorni (o ore) - Tedde è sicuro che causerà una «paralisi amministrativa». Al suo fianco prendono la parola l'assessore "sospeso", Maria Grazia Salaris, che prende le distanze di fatto dai suoi ex (forse) colleghi, ma ammettendo di far ancora parte del partito: «non ho ricevuto nessun provvedimento ufficiale di allontanamento». Ipotesi più che probabile secondo alcuni ambienti politici che la vogliono candidata per "Ama", la nuova coalizione moderata e autonomista guidata proprio dal suo ex sindaco.
Interviene anche Alberto Zanetti dei Riformatori «per sgombrare il campo da facili deviazioni del mio gruppo» ma il tentativo non gli è facilmente riuscito di fronte alla perplessità della stampa. Da una parte, infatti, definisce i suoi ex colleghi di maggioranza e dimissionari «una politica del tanto meglio e del tanto peggio»; dall'altra conferma un percorso dei Riformatori con il Terzo Polo con - almeno a livello locale - quegli stessi esponenti. Ma l'ex consigliere giustifica le due posizioni: l'una è il presente (ora appena passato) dell'amministrazione «in ogni dove abbiamo voluto dare il nostro apporto»; l'altro è il futuro «con un progetto politico e un nuovo modo di vedere le cose». C'è anche tempo, in conclusione, per il ricordo dell'ultimo Tedde, una lettera «del nostro Bisba che incornicierò», confessa l'ex sindaco.
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