L´analisi del presidente del Centro commerciale Naturale di Alghero Emiliano Piras. Monito all´amministrazione e alle Forze dell´Ordine affinchè le regole vengano fatte rispettare a tutti senza distinizione e sempre
ALGHERO - Il Centro Commerciale naturale "Alghero in Centro" facendo un'attenta analisi delle problematiche del Centro Storico e della sua vivibilità intende sensibilizzare l'Amministrazione comunale affinchè faccia rispettare anche ai residenti abituali e occasionali le regole, e per voce del sua presidente Emiliano Piras, traccia un'attenta analisi sulle numerose problematiche che affliggono la città vecchia.
«Bisogna far notare ai residenti che ci sono degli orari ben precisi dove si deve buttare la spazzatura - sottolina Piras - così come bisogna far capire che i cestini gettacarte e gli spazi adiacenti non devono essere il ricettacolo delle loro "scorribande mondezzine" fuori orario, poichè così loro non fanno altro che collaborare all'indecoro che imperversa nel quartiere sopratutto nelle ore notturne dei mesi più caldi».

«Altro tema affrontato è il traffico. Esistono degli spazi ben definiti e delimitati dove si dovrebbero parcheggiare gli automezzi, invece, nonostante questo privilegio, le vetture sostano in tutti i vicoli del quartiere occupando anche il più piccolo anfratto e non permettendo la fruibilità di angoli suggestivi della città vecchia. Il caso più eclatante - puntalizza Piras - riguarda Piazza del Teatro, dove addirittura hanno sradicato i dissuasori per farsi posto più vicino possibile al portone di casa».
Abusi nel centro storico. «Non è possibile che non si riesca a pianificare per tempo un'azione repressiva nei confronti degli abusi che puntuali si verificano nei mesi estivi - denuncia polemicamente il presidente del Consorzio - andando ad intaccare chi opera 365 giorni all'anno nel rispetto delle regole e che in luglio e agosto deve raccogliere i frutti degli investimenti fatti per offrire un servizio di qualità e "giusto" nella propria impresa». «Come non è possibile che non si riesca ad organizzare il servizio di Nettezza Urbana in maniera tale da non far trovare la città sporca nelle ore serali con una puntualità disarmante».

«Le argomentazioni sull'abusivismo sono le più disparate e purtroppo non riguardano solo chi non è in possesso dei requisiti per svolgere attività, ai quali comunque viene data troppa libertà - attacca Emiliano Piras - abusivismo è anche quello reiterato che si consuma nel Centro storico e non solo da parte di attività commerciali e Pubblici esercizi, quali occupazioni di suolo pubblico di dubbia legittimità, piuttosto che "tazebao" o cartelli indicatori sparsi ovunque; regole di "stockaggio" e smaltimento dei rifiuti mal recepite; piuttosto che regole sulle vendite non in linea con gli enunciati legislativi, fino a quando non si deciderà finalmente di modificarli».
Lavoro nero in centro storico. «Oltre a danneggiare il lavoratore genera anche una sorta di concorrenza sleale tra imprese - denuncia Piras - l'ispettorato del lavoro dovrebbe far controlli maggiori poichè esistono diverse attività che non regolarizzano i dipendenti o che fanno firmare buste paga maggiorate rispetto al compenso effettivo senza nemmeno riconoscergli la tredicesima e la quattordicesima; qui anche il lavoratore che si trova in queste situazioni deve avere il coraggio di non accettarle o di denunciare chi ne aprofitta».

Un'ultima lancia il presidente del Centro Commerciale Naturale la spezza a favore degli imprenditori «che fanno di tutto per rimanere sul mercato nonostante la pressione fiscale sia esagerata, e che talvolta li porta a dover rinviare anche pagamenti di imposte, venendo considerati invece evasori e truffatori dalla massa, e il "ricatto legalizzato" degli studi di settore i quali hanno necessità di un forte adeguamento al mercato attuale». Ben venga il liberismo - conclude Piras - che permette a tutti di mettersi in gioco e lavorare senza creare delle caste, ma attenzione perchè se questo non viene condito dal rispetto delle regole di base può tramutarsi pericolosamente in anarchia.
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