In Consiglio Regionale la seduta dedicata alla crisi industriale. Mai più prese in giro dal Governo nazionale. Cappellacci: «La Sardegna non può subire un’aggressione economica di tale portata».
ALGHERO - Il ministro Scajola ha convocato a Roma il tavolo della Chimica, che seguirà l'incontro di venerdì a Palazzo Chigi. Fissato per il 21 luglio alle ore 17, presso il ministero, la riunione per esaminare i problemi della chimica in Sardegna e in particolare di Porto Torres. Alla riunione, che farà seguito al Tavolo nazionale della Chimica e al Tavolo sulla Sardegna di venerdì prossimo a Palazzo Chigi, parteciperanno i vertici della Regione Sardegna, dell'Eni, di Federchimica e i sindacati di categoria.
Intanto a Cagliari è andata in scena la riunione straordinaria sulla crisi industriale, da cui è scaturito un documento unitario dei sindacati sulla "gravità inaudita ai danni dell'intera Sardegna". Hanno preso la parola in molti, dai consiglieri regionali di tutti gli schieramenti politici, alle parti sociali. Alessandro Zotti (confartigianato) ha ribadito quanto sia necessario ampliare gli interventi per favorire l’internazionalizzazione delle imprese; Benedetto Sechi (lega delle cooperative) ha chiesto maggiore chiarezza sulle decisioni da prendere al tavolo nazionale; Gigi Picciau (Confagricoltori) ha auspicato l’unità di tutte le forze sociali e politiche; Giorgio Piras (Cia) che è convinto che solo con l’audeterminazione del popolo sardo si può uscire dalla crisi; Gavino Sini (Unioncamere) ha invece parlato di sfiducia nelle istituzioni da parte della gente.
«Sento il dovere di assicurare a questa Assemblea – ha detto il presidente della Regione Ugo Cappellacci - che impegnerò tutte le mie energie nello sforzo di rappresentare degnamente l’unità del Popolo Sardo. Con questo non intendo declinare in alcun modo nessuna delle responsabilità politico istituzionali che appartengono al Presidente della Regione, ne tantomeno intendo appropriarmi di meriti che invece vanno ascritti all’unità morale e politica dei sardi. Mi è ben chiaro e penso sia chiaro a tutti che oggi noi non stiamo decidendo delle fortune di una parte politica a discapito di altra, ma del futuro di un popolo, del futuro del nostro popolo».
«La Giunta regionale si riserva di porre in essere, in ogni possibile sede, tutte le opportune azioni di controllo e verifica delle attività finora svolte dall'Eni in Sardegna a tutela del proprio territorio e del proprio tessuto produttivo - ha spiegato il presidente - La Sardegna non può subire un'aggressione economica di tale portata, L'Eni non è un azienda in perdita e, peraltro, si è lungamente giovata delle risorse umane e materiali dei sardi. Non solo, ma ha ripetutamente sottoscritto insieme allo Stato documenti molto impegnativi a sostegno della chimica sarda; documenti, dunque, in netto contrasto con il preannunziato arresto del cracking di Porto Torres».
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