L’ex assessore all’Istruzione della Regione Autonoma della Sardegna fa un’analisi davvero critica dello stato della scuola sarda. Ritardi nel master & back, assegni di merito e bando per giovani ricercatori
ALGHERO – L’ex assessore all’Istruzione della Regione Autonoma della Sardegna, Maria Antonietta Mongiu, fa un’analisi davvero critica dello stato della scuola sarda. La Mongiu ha sottolineato subito come anche dai forum e dai social network su internet, siano arrivate le rivendicazione degli assegni di merito, da parte degli studenti aventi diritto.
Di fatto, prosegue l’ex delegato regionale, le graduatorie erano già praticamente definitive. A febbraio, alla vigilia delle elezioni regionali, c’era da controllare poco o nulla. Mentre, ancora oggi, le prime due graduatorie non sono ancora pronte. Problemi anche per il master and back, che hannofatto registrare ritardi spaventosi, mentre non si ha ancora notizia dei fondi per i laboratori scolastici.
Nulla di fatto anche sul fronte ricerca: Il bando rivolto ai giovani ricercatori sardi, scaduto a febbraio, che avrebbe dovuto vedere pubblicate le graduatorie ad aprile, è ancora nei cassetti dell'assessorato regionale. Universitari, ricercatori fuori sede, dottorandi e molti studiosi si ritrovano così nell'assoluta incertezza.
L’ex assessore all’Istruzione, sottolinea le promesse della Giunta Cappellacci alle cooperative dei lavoratori nel settore dei beni culturali. «Dovevano essere tutti stabilizzati – ricorda la Mongiu - e noi già ai tempi della Giunta Soru, avevamo detto che era impossibile». Per l’ex componente della Giunta, i primi centoventi giorni del Governo Cappellacci, hanno dimostrato che, quello che era un settore strategico per il precedente Esecutivo, l’università appunto, «per questa nuova Giunta non ha alcun valore e gli effetti sono disastrosi. Nel nostro progetto bisognava allargare il livello d’istruzione, a partire dall’infanzia, ma ora, questo progetto sta attraversando una tappa di blocco, da superare quanto prima».
«Mentre con la Gelmini eravamo riusciti ad ottenere che il dimensionamento scolastico non portasse alla chiusura nessuna scuola sarda, ora assistiamo ad un incontro dove l’assessore surroga nella spesa i tagli dello Stato. I nostri volevamo essere fondi aggiuntivi per qualificare la didattica. Per far uscire la sardegna dall’ultimo posto della classifica ocse. Nostri quindicenni meno dotati e con meno conoscenze rispetto ai loro coetanei europei. Vogliamo che il progetto riprenda il suo corso e lo stato deve essere presente e non deve smobilitare in quei piccoli centri che vedono nella scuola un presidio insostituibile».
Nella foto: Maria Antonietta Mongiu
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