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Antonio Burruni 2 luglio 2008 video
"Bella Ciao" torna in Consiglio Comunale
La polemica per la scelta del sindaco di Alghero di non inserire la nota canzone popolare tra quelle da eseguire durante i festeggiamenti del 25 Aprile, entra in aula come soggetto di un’interrogazione di Valdo Di Nolfo


ALGHERO - Era un periodo di polemica accesa, quello che nella seconda metà di Aprile si respirava negli ambienti politici e cittadini, con il nome di Alghero battuto da tutte le testate nazionali. Da una parte il sindaco di Alghero Marco Tedde, che per il quinto anno consecutivo non inseriva tra i brani da eseguire durante i festeggiamenti per il 25 Aprile, la canzone “Bella Ciao”, dall’altra, i rappresentanti della Sinistra (ma non solo, anche numerosi antifascisci), con il deputato dei Comunisti Italiani Elias Vacca in testa, che criticavano la decisione, tacciandola, nelle migliori delle ipotesi, di sciagurato revisionismo storico. Proprio due giorni prima della Festa della Liberazione, Il consigliere comunale Valdo Di Nolfo presentò un’interrogazione consiliare, dove chiedeva al sindaco «di venire a conoscenza delle motivazioni che lo hanno spinto a vietare alla banda cittadina di suonare “Bella Ciao”, canzone simbolo di libertà». Le lungaggini della politica, a tutti i livelli, a fatto si che questo argomento arrivasse a Palazzo Civico all’inizio di Luglio, a bocce ferme e quando le polemiche sono state ormai dimenticate, pronte forse ad essere rinfocolate l’anno prossimo. Di Nolfo ha ricordato in aula come la canzone rappresenti «un inno alla necessità di battersi per la libertà fino all’estremo sacrificio – un inno cantato da partigiani di ogni estrazione politica mentre difendevano la libertà del proprio paese contro l’oppressione nazi-fasista». Secondo il consigliere d’Opposizione, «i principi di libertà e uguaglianza contenuti nella canzone sono gli stessi su cui si fonda la Costituzione – tenuto presente che – la Repubblica nasce dai valori dell’antifascismo e della resistenza partigiana. Riteniamo aberrante ogni forma di revisionismo storico, tanto più quando essa provenga dalla massima autorità cittadina», aveva concluso. La risposta del sindaco Marco Tedde, com’era facilmente prevedibile, non si è discostata dalle motivazioni spiegate nei caldi giorni di fine Aprile. «Penso sia un bene che sia passato un po’ di tempo, visto che ora ne possiamo parlare con più calma – ha esordito il primo cittadino, che ha ricordato le ingiurie ricevute in quei giorni – E’ una polemica anacronistica. Nel 2004 decidemmo di seguire le orme del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, un presidente non certo riconducibile all’area politica del Centrodestra, che l’anno precedente aveva parlato di una “festa di concordia nazionale”, caratterizzandola come la “festa di tutti gli italiani” e facendo suonare l’Inno di Mameli, in un clima di pacificazione nazionale. Improvvisamente, nel 2008, qualcuno si è accorto – sottolinea Tedde - Come mai? E’ successo che qualche giorno prima c’è stato un cataclisma, uno tsunami politico che ha cancellato la Sinistra Radicale dal Parlamento. E allora qualche ex parlamentare locale ha deciso di battere i pugni sul tavolo ed i piedi per terra. Anche il Presidente Napolitano – ha proseguito – altro politico non di Centrodestra, parla di retorica, del mito della Resistenza tradita, che sta generando in qualcuno la voglia di seguire altre strade. Sarebbe ridicolo pensare che il sindaco di Alghero vuole fare revisionismo storico, ma non si può parlare della Liberazione solo come accadimento di una parte». La risposta del primo cittadino algherese non ha naturalmente soddisfatto. Di Nolfo, che ha ricordato subito come l’attuale Governo prenda le impronte digitali anche ai neonati, che riporta a retaggi passati. «E’ vero che la Resistenza è un fenomeno plurale, ma in tanti combattevano contro un regime fascista ed illiberale. Mi aspettavo che parlasse del tentativo che da più parti si fa, di riabilitare quell’esperienza politica». Il rappresentante di Alghero Viva stigmatizza i consiglieri che citano Almirante in aula. «Mi aspettavo che al sindaco fosse rimasto un briciolo dell’“essere socialista”. Sta dalla parte del giovane Almirante e di chi difende giustizia e libertà?».

Nella foto Piazza del Municipio in occasione della manifestazione del 25 aprile ad Alghero
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