CAGLIARI - «La notizia del dissequestro del tratto della Nuova SS 554 crollato nei mesi scorsi non ha, per i sardi, lo stesso sapore di trionfo che sembra avere per l’Anas. Ora che all’arteria sono stati tolti i sigilli, per i pendolari e per i turisti non cambia un bel niente: i disagi continuano ad esserci e sono destinati a restare. Anzi, persino ad aumentare, dal momento che siamo ormai a Ferragosto e che non si potrà fare nulla per evitare le code chilometriche già ampiamente annunciate per i prossimi giorni», dichiara il capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici in Consiglio regionale, Attilio Dedoni.

«I sardi, però, ricordano ancora bene i ripetuti annunci di imminenti ‘soluzioni tampone’ con cui l’Azienda ha fatto seguito al sequestro giudiziario, con tempi di realizzazione via via più lunghi, fino a quando il nuovo capo compartimento non ha detto chiaro e tondo che mettere in cantiere un’opera che consentisse di aggirare il tratto crollato e rimuovere il ‘tappo’, tra progettazione, autorizzazioni ed espropri, richiederebbe mesi se non anni”, prosegue Dedoni. “Le responsabilità dell’Anas, sia per non aver vigilato come avrebbe dovuto sui lavori per la realizzazione dell’opera che per aver ignorato i segnali di cedimento di una strada che ha iniziato a sprofondare il giorno dopo la sua inaugurazione e ancora per non aver proposto alcuna soluzione concreta per aggirare il tratto crollato, sono evidenti, così come lo sono le condizioni da terzo mondo in cui versa l’intera rete stradale sarda di competenza dell’Azienda statale».

«In tutto questo, dispiace constatare che la battaglia della componente autonomista-identitaria-sovranista-indipendentista della maggioranza di centrosinistra per la creazione di un’Anas sarda è durata lo spazio di una conferenza stampa”, conclude il capogruppo. “E’ il caso di ricordare che in Consiglio regionale è depositata una proposta di legge, presentata dal gruppo dei Riformatori, per la regionalizzazione della rete stradale. Chiediamo che venga messa subito in discussione affinché si cominci a realizzare quella continuità territoriale interna che manca alla nostra Isola e che è indispensabile non solo per consentire ai sardi di esercitare il loro diritto alla mobilità ma anche per rilanciare la nostra economia e la nostra industria turistica».