Sylvain Francois Gilles Blanchard, 43 anni di età, si sta riprendendo dallo stato confusionale in cui i marinai della capitaneria di porto l’hanno trovato a 36 miglia a Nord Ovest del promontorio algherese
ALGHERO - Occhi come il mare. Riccioli biondi sulle spalle e un corpo esile bruciato dal sole. Il solitario skipper francese recuperato al largo di Capo Caccia dagli uomini della guardia costiera di Alghero, ha intenzione di girare il mondo insieme alla sua fedele compagna: una barca a vela di nove metri, “La belle balade”. Sylvain Francois Gilles Blanchard, 43 anni di età, si sta riprendendo dallo stato confusionale in cui i marinai della capitaneria di porto l’hanno trovato a 36 miglia a Nord Ovest del promontorio algherese. L’uomo che probabilmente si era perso mentre affrontava la traversata con destinazione Hammamet in Tunisia, aveva lanciato il mai day alle autorità francesi. Il segnale di soccorso che riferiva di un’imbarcazione capovolta è arrivato alla centrale operativa della capitaneria di porto italiana alle 18,13 di venerdì scorso. In pochi minuti la motovedetta si è lanciata dal porto di Alghero alla ricerca del naufrago. Contemporaneamente un elicottero si è alzato in volo da Tolone. A distanza i marinai hanno intercettato il natante, che fortunatamente non rischiava di colare a picco, ma navigava a vuoto, compiendo strani movimenti circolari. L’uomo, in un primo momento ha mostrato diffidenza all’arrivo dei soccorritori, teneva con sé una pistola rivelatasi poi un’arma giocattolo, e proferiva frasi incomprensibili, probabilmente per un’amnesia momentanea a causa di un trauma subito per un colpo di boma. Ci sono volute sette lunghe ore di lavoro per riportare Blanchard e il suo bi-albero al sicuro. La motovedetta l’ha scortato fino al porto di Alghero. L’uomo che presentava evidenti segni di disidratazione, recava sulla nuca un vistoso livido e mentre cercava di ricordare chi era e da dove era arrivato, è svenuto due volte davanti ai marinai che cercavano di rifocillarlo. Trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale civile di Alghero è stata eseguita una Tac che ha scongiurato la presenza di ematomi. La debolezza dovuta a dieci giorni di navigazione senza toccare né cibo né acqua aveva fortemente provato l’uomo che ha però rifiutato flebo e ulteriori esami: «Ho paura degli aghi», ha confessato ai suoi salvatori già catturati dalla tenerezza suscitata dallo smemorato navigatore solitario, a tal punto da adottarlo. E così ha prevalso l’uomo che vive sotto la divisa. «Non voleva mangiare, abbiamo dovuto insistere», ha raccontato il luogotenente Antonino Piras che ha preso a cuore personalmente la vicenda di Blanchard. Verifica che compia dei regolari pasti e si è premurato di comprargli vitamine e ricostituenti per rimetterlo in sesto. E ora che Blanchard vorrebbe riprendere la rotta verso la Tunisia, il “padre adottivo” è preoccupato: «Non possiamo impedirgli di partire ma terremo sotto controllo il tragitto fino a Carloforte», ha detto Piras. Un affetto, questo no, che Blanchard non dimenticherà mai: «Ha fatto più di mio padre per me». «In Francia uno come me è considerato un emarginato». Sorride Blanchard che vive nel suo mondo dove la libertà è la priorità assoluta. Dove una barca può diventare una casa e un’amica. Dove nutristi serve soltanto per non morire: «Ho scoperto che posso resistere tanti giorni senza mangiare in un periodo in cui in sono ritrovato nella povertà totale – ha detto - dopo un incidente che mi ha impedito di proseguire il mio lavoro di autotrasportatore, sono andato avanti per un mese con qualche biscotto». Dopo i vuoti di memoria dei giorni scorsi lo skipper francese ha voglia di parlare di sè. Era partito da Port Sant Louis, vicino Marsiglia, 10 giorni fa, ma ha avuto un problema con la bussola, andata in tilt.
Nella foto a sinistra il luogotenente Antonio Piras, a destra Sylvain Francois Gilles Blanchard
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