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A.B. 13 luglio 2015
Economia: ripresa incerta, sardi sempre più prudenti
Dopo le Marche, la Sardegna è la regione italiana in cui il valore degli effetti protestati ha registrato la flessione maggiore. Nuoro è la provincia sarda dove una cambiale scoperta ha un valore medio più alto, Cagliari è quella con il maggior numero di protesti


CAGLIARI – «Nonostante i lievi segnali di ripresa per la nostra economia, in Sardegna cittadini e imprese sono ancora molto restii ad accettare promesse di pagamento segno di una perdurante cautela nei rapporti d’affari e la poca fiducia in una ripresa economica ancora instabile e molto debole. Nel corso dell’ultimo anno, cittadini e imprenditori sardi sono stati infatti estremamente prudenti nell’accettare promesse di pagamento. Le cambiali e gli assegni non onorati in circolazione nell’Isola hanno avuto un peso molto più leggero rispetto alla media italiana. In particolare, nel primo trimestre del 2015 il numero totale degli effetti protestati nella nostra regione è stato di 19990 (17145 cambiali) con una flessione del 25,4percento rispetto allo stesso periodo del 2014. Il valore monetario dei titoli protestati nell’Isola è stato di circa 29milioni di euro, con una diminuzione del 44,6percento rispetto al primo trimestre del 2014. Una flessione altissima, visto che la media italiana è diminuita solo del 33,6percento)».

Questo il commento del presidente e del segretario regionale di “Cna Sardegna” Pierpaolo Piras e Francesco Porcu ai dati i raccolti dalle Camere di Commercio per conto di “Unioncamere” sull’andamento dei protesti dal 2011 al primo trimestre 2015 (analizzati dal centro studi di Cna Sardegna) da cui si evince che la Sardegna, dopo le Marche, è la regione italiana che in termini monetari ha segnato il più evidente stop dei protesti rispetto alla media italiana. In base ai dati di Unioncamere, Nuoro è la provincia della Sardegna in cui una cambiale scoperta ha il valore medio più alto: 1793euro. Cagliari, invece, è quella che registra il numero più alto di protesti (12041, di cui 10357 cambiali), ma dove una cambiale scoperta ha l’importo medio più basso: 898euro. Nell’ultimo anno (secondo i dati di “InfoCamere” e Unionecamere), il numero complessivo dei protesti levati in Italia si è ridotto di circa 270mila unità (22,7percento in meno), pari ad una riduzione in valore vicina ai 900milioni di euro (-33,6percento). La diminuzione ha riguardato soprattutto gli assegni, scesi del 25,8percento rispetto al 2013, mentre la diminuzione delle cambiali si è fermata al 22percento.

In termini monetari è stato il valore delle cambiali a contrarsi di più: 544milioni (-33,5percento) contro 342milioni di assegni in meno rispetto all’anno precedente. A livello territoriale, i protesti sono diminuiti maggiormente nel centro Italia, sia per numero che per valore. La frenata più vistosa nel complesso dei protesti si registra nelle Marche, seguite da Abruzzo e Veneto, mentre nella flessione per valore dei protesti le Marche sono seguite, come detto, dalla Sardegna. Tra province, quella in cui i protesti pesano di più è Prato, dove il valore medio di una cambiale scoperta è pari a 3125euro. In termini assoluti le province più protestate sono invece Roma, Milano e Napoli. In Sardegna, nel primo trimestre del 2015, il totale degli effetti protestati è stato di 19990 (17145 cambiali) con una flessione del 25,4percento rispetto al 2014. Il valore dei titoli protestati nell’Isola è stato di oltre 29milioni di euro, con una diminuzione del 44,6percento rispetto al primo trimestre del 2014.
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